Foto sott’acqua? C’è chi sogna di scattare
un “primo piano” a uno squalo azzurro

La fotografia scattata sott’acqua a cui è più affezionato è quella di un cavalluccio marino su uno spirografo, conosciuto anche come fiocco o ombrello di mare, un abitante del mondo sommerso decisamente particolare che vive inserito dentro un tubo fatto di un materiale che ricorda moltissimo la pergamena e che respira e si nutre di plancton e altre minuscole particelle commestibili attraverso un ciuffo che sporge dal tubo stesso. Uno “scatto” che Alessandro Raho, milanese da sempre innamorato del mondo sommerso, ricorda in ogni minimo dettaglio anche perché, spiega, “per realizzarlo , considerata la la situazione in cui l’ho trovato, ho dovuto posizionarmi a testa in giù”. Una fotografia “davvero difficile da realizzare, che richiede un po’ di fortuna – indispensabile per fare un simile incontro ravvicinato – e moltissima bravura”, come ha commentato vedendola un suo amico di sempre, Gianni Risso, uno dei “padri” della fotografia subacquea, così come “difficili” sono decine, centinaia di altre immagini catturate nel corso degli anni dal fotografo subacqueo, nella vita di ogni giorno direttore di fonderia, che sott’acqua ha iniziato a scendere all’età di 8 anni, in apnea, per poi scegliere, crescendo, l’autorespiratore e approdare dopo aver seguito diversi corsi, alle immersioni tecniche. Fino a quando, nel 2012, un regalo ha completamente rivoluzionato le sue immersioni. “Mi è stata stata donata una macchina fotografica digitale compatta con scafandro dedicato e da allora ho iniziato a fotografare assiduamente”, svela. “E da subito quell’apparecchiatura fotografica è diventata un’inseparabile compagna d’immersioni che mi ha spinto a scattare un piccolo mare di immagini”. All’inizio solamente per piacere personale, poi nel 2014 anche per spirito di competizione, “spinto da alcuni amici mi hanno convinto a partecipare ad alcuni concorsi fotografici”. Collezionando risultati “discretamente buoni”, come si schermisce, che hanno fatto emergere la passione in tutta la sua forza, fino a farlo entrare nel 2015 a far parte del Ci.Ca.Sub Bogliasco “storica società di campioni di fotosub e di safari fotosub con la quale ho iniziato a partecipare ai campionati”. L’inizio di una nuova storia che l’ha visto collezionare numerosi successi. “Le vittorie più emozionanti? Di sicuro le prime che, come l’amore, non si scordano mai. Gareggiavo puramente per gioco, le prime vittorie le ho conseguite con gare estemporanee organizzate da un diving di Noli, seguite da quelle di fotografia subacquea e safari fotografico organizzate dalla Fipsas, ma quei podi si sono ritagliati uno spazio particolare nei miei ricordi. Restano le vittorie a cui sono più affezionato, sono state le prime e per me le più emozionanti”. Così come emozionanti sono stati gli incontri ravvicinati con moltissimi abitanti del mondo sommerso che il fotosub milanese diventato presto di casa in Liguria, sua seconda patria, ha avuto la fortuna d’avere. “Già, perché nella vastità degli abissi occorre una buona dose di “fattore C” per trovarsi al posto giusto nel momento giusto”, commenta sorridendo, “come accaduto in occasione della foto delle meduse vincitrice al world shoot out”. Un appuntamento dove alla fortuna Alessandro Raho ha saputo abbinare una grande bravura. Non solo nello scattare, ma anche nel “gestire numerosi esemplari di medusa particolarmente urticanti”. Già “gestire il soggetto di uno scatto”: cosa non facile con davanti all’obiettivo un essere umano, figuriamoci con un animale “che spesso è tutto fuorché collaborativo. L’importante è far sì che ogni scatto sia la miglior interpretazione possibile di quello che ci si trova davanti”.
Augurandosi che al prossimo “incontro” tutto vada ancora meglio: con il soggetto giusto, sullo sfondo migliore, con una buona prospettiva. E senza dimenticare la luce. Che sott’acqua è per forza quasi sempre quella del flash. ….. “La fotografia terreste non ha bisogno, se non in alcuni casi, di flash, mentre con la fotografia subacquea è fondamentale perché diminuendo “il chiaro” si perdono anche i colori, già a pochi metri di profondità. Sott’acqua è importantissimo saper gestire la luce, sia ambientale sia dei flash, oltre che conoscere perfettamente le caratteristiche della propria macchina fotografica, con cui ognuno deve trovare un perfetto affiatamento. Cosa che io ho trovato con la mia Nikon d500 con scafandro Isotta e due flash della Sea&sea”. Tecniche, macchine: ma poi c’è l’uomo, il fotografo. Che caratteristiche deve possedere un bravo fotosub? “Deve innanzitutto conoscere l’ambiente sottomarino in cui ci si immerge e poi deve muoversi sempre molto lentamente”. Segreti del mestiere che Alessandro Raho ha imparato nel corso di un mare d’immersioni “guidate” spesso da “insegnanti” esperti. Primi fra tutti “i subacquei e fotografi che ammiro di più, ovvero Gianni Risso e Paolo Colombo, mentre il fotografo naturalista che seguo con interesse è Franco Fratini”.Colleghi-amici che ad Alessandro Raho hanno fornito spesso ottimi consigli che oggi è lui stesso a fornire ai giovani appassionati. A partire dai luoghi dove immergersi. “Avendone la possibilità, alcuni fondali da “esplorare” almeno una volta nella vita sono all’estero il Mar Rosso, le Maldive e il Borneo, mentre in Italia Ustica, lo stretto di Messina e Panarea”. Magari per catturare lo scatto da sempre sognato, quello perfetto per un poster o, addirittura una campagna pubblicitaria. “In realtà tutte le foto che considero ben scattate meriterebbero una stampa di una certa dimensione mentre per una campagna pubblicitaria sicuramente la scelta si restringe. Di certo vanno benissimo quelle più colorate, ma dipende da cosa si vuol pubblicizzare. Un bravo creativo “immergendosi” negli scatti di un altrettanto bravo fotosub può trovare un mare di idee per una campagna, capace di far sognare… “. A proposito di sogni: il suo più grande sott’acqua qual è? “Incontrare il soggetto che non sono ancora riuscito a fotografare, uno squalo azzurro nel Mediterraneo”. Info: 3391163866; rissosub@gmail.com

