Ruaro, far salpare dalla cantina i migliori
vini è una sfida che si gioca tutta in famiglia
La navigazione di un’imbarcazione dipende dal mezzo, certo, ma soprattutto dall’equipaggio, dalla sua esperienza, dal suo affiatamento e dalla capacità di fare squadra. La stessa cosa accade per un’azienda. La dimostrazione arriva da Marano Vicentino dove a far navigare un’ottima realtà imprenditoriale, l’azienda vitivinicola Ruaro, è un equipaggio affiatatissimo, capace di fare un gioco di squadra che solo un legame fortissimo come quello familiare può garantire.Al timone dell’azienda ci sono infatti due fratelli, Gianni e Nico, aiutati da mogli e figli e rispettivi nipoti: un team pronto ogni giorno a portare avanti con cura e amore, sia per la vigna sia nei lavori in cantina, seguendo nel lavoro quotidiano le “rotte” tracciate e perfezionate negli anni da una famiglia che da sempre ha prodotto vino, iniziando a metterlo in bottiglia e commercializzarlo nel 2001. Vini prodotti nei sei ettari di vite che circondano la cantina a Marano Vicentino e nella vicina Montecchio Maggiore dove l’uva “alimentata” da una terreno diverso ma ugualmente unico, con terra in superficie, medio impasto in mezzo e ghiaia sotto i 60 centimetri in quello di Marano, mentre a Montecchio Maggiore prevale un terreno più argilloso, consente di mettere sul mercato ogni anno circa 50mila bottiglie, certificate BIO dal 2016. Cinque i vini proposti, con le etichette che raffigurano un grappolo stilizzato e il nome in dialetto vicentino:”Rudry” (Ruaro Dry) bollicina metodo Martinotti o Charmat – Chardonnay; “Faliva” (Scintilla) Pinot Grigio; “Incalma” (Innestato) Chardonnay; “Raise” (Radici) Merlot e “Giaron” (Ghiaia) taglio Bordolese con una prevalenza di Cabernet Sauvignon e in minor parte Merlot. Cinque “vini fratelli” ai quali presto si aggiungerà un nuovo nato: per il prossimo futuro è infatti previsto uno Chardonnay Metodo Classico che a oggi sta affinando in cantina per raggiungere un riposo di almeno 24 mesi sui lieviti.
Testo realizzato da Riccardo Fabbio di Winetelling per mareonline.it





































