Susan Kidd, così lo yachting è diventato
un mondo sempre più popolato da donne

C’è stato un passato, remoto, in cui far salire a bordo di una nave  una donna era considerato una pazzia, perché si credeva  avrebbe portato sfortuna alla navigazione. Ma c’è stato anche un passato, molto più prossimo, nel quale non era vista di buon occhio neppure  la partecipazione di donne alla vita dello yachting. E, comunque, non al livello degli uomini, magari addirittura al timone di un cantiere nautico, di una società di charter, di uno yacht club…. Un passato molto prossimo, che risale ad appena pochi decenni fa: il periodo in cui proprio una donna ha deciso che avrebbe lavorato nel mondo del charter nautico e dello yachting, forse senza neppure sapere che proprio quella sua scelta avrebbe contribuito a spalancare nuove rotte per il mondo femminile nel mare di opportunità di lavoro che  la nautica offre. A uomini e, sempre più, a donne.  Lei è Susan Kidd, e 30 anni dopo quella scelta oggi siede come membro senior del consiglio di amministrazione di Myba, associazione internazionale, con iscritti in 22 Paesi al mondo, che ha come obiettivo principale la promozione di  standard di professionalità ed etica del settore nautico e che annovera oggi fra i propri soci   50 fra le maggiori società di brokerage, oltre a lavorare  in Francia  per Camper & Nicholsons, leggendario  cantiere britannico varato nel 1782 e oggi  brand  sotto il quale navigano a tutta forza nuove costruzioni e charter,  brokeraggio e gestione di yacht. Sempre pronta a mettere la sua esperienza al servizio di chi deve trovare la miglior risposta a qualsiasi domanda abbia per tema il mare e la navigazione; sempre pronta a sorridere divertita quando le viene chiesto di ricordare i suoi “inizi” nel mondo dello Yachting, quando, conferma “ veniva disapprovato che le donne partecipassero allo stesso livello degli uomini”. Disapprovazione che, sottolinea,  “non ha certo fermato la propria decisione di lavorare in quel mondo, così come non ha fermato le “rotte professionali” scelte da altre donne diventate protagoniste nel settore, come “per esempio Tracey Edwards, “comandante rosa” del  primo equipaggio tutto al femminile nella Whitbread Round the World Yacht Race, e prima donna a ricevere il Trofeo Yachtsman of the Year; Kay Cottee, prima donna a eseguire una circumnavigazione del mondo a una mano, senza sosta e senza assistenza sul suo yacht da 37 piedi; Ellen MacArthur, velista  inglese, detentrice per tre anni  del record mondiale per la circumnavigazione in solitaria più veloce del globo e fondatrice, dopo il suo ritiro dalla vela professionale nel 2010,  della  Ellen MacArthur Foundation, ente che  promuove la transizione verso un’economia circolare. E questo solo per citare i primi nomi che mi sono venuti in mente…” Esempi del ruolo sempre più da protagonista recitato dall’universo femminile nel mondo nautico, semplicemente “seguendo la propria passione e vedendo dove lo portava la vita.  Cosa che hanno fatto sempre  più donne rispetto a un passato in cui molte altre hanno invece probabilmente rinunciato proprio perché non potevano avere   pari opportunità di avanzare nella nautica da diporto”, prosegue Susan Kidd, orgogliosa di aver potuto fornire il  proprio contributo perché questo cambiasse, perché le donne “potessero lavorare in questo mondo , spesso con enorme successo, in posizioni di capitani, ingegneri e marinai,  cogliere le opportunità che oggi  in questi campi si sono aperti a tutte le persone interessate, senza distinzione di sesso”. Sorride divertita, Susan Kidd, al pensiero delle tante donne capitano oggi al timone di ogni tipo d’imbarcazioni, in un ruolo “ che richiede esperienza, integrità, forza e conoscenza che un tempo erano riconosciuti esclusivamente  agli uomini”. Donne scelte  da molti proprietari di yacht he hanno affidato  loro senza alcun dubbio o timore il proprio scafo, “armatori che  hanno cancellato ogni  “discriminazione di genere” in tutto il mondo permettendo che le cose cambiassero radicalmente” Con le donne che “non sono più ostacolate dall’avanzare nella loro carriera e possono frequentare accademie marittime, oltre a essere promosse a ruoli che erano tradizionalmente considerati un “dominio dell’uomo”. Donne alle quali vengono date sempre più queste opportunità, che spessissimo vengono raccolte dal “gentil sesso” nel migliore dei modi. Un  cambiamento  che”, spiega sempre Susan Kidd, “è avvenuto non solo perché il mondo sta, fortunatamente,  cambiando, ma anche grazie al fatto che  il settore è cambiato radicalmente con la navigazione resa più facile grazie a tecnologie che quindi rendono il settore più accessibile, soprattutto perché la forza fisica non è più un requisito essenziale. Molte donne  si sono messe al timone di aziende del settore nautico e le gestiscono da anni e anni, spesso facendo le cose in modo diverso, ma ugualmente valido se non di più. Perché le  donne si avvicinano al business e alla gestione in modo diverso rispetto agli uomini e si sono dimostrate molto efficaci anche grazie alla capacità di saper  sempre aggiungere  conoscenze e competenze cresciute a dismisura nel tempo.  Perché le donne, per dimostrarlo,  avevano solo bisogno di poter avere le stesse opportunità concesse, in mare, agli uomini. Perché  non importa se sei un uomo o una donna, tutto è frutto delle competenze. E questo vale sul mare così come sulla terraferma”. Una realtà confermata “dal numero di donne coinvolte oggi nella nautica da diporto e nel noleggio, dove tradizionalmente le donne erano essenzialmente  broker mentre oggi sono sempre più pronte ad assumere  anche altri incarichi grazie al fatto che le donne amano i lavori eccitanti e stimolanti tanto quanto gli uomini”. Donne il cui ruolo è cresciuto anche di pari passo alla crescita delle dimensioni degli yacht  “diventati negli anni talmente grandi da  incorporare sempre più a bordo attività e servizi per i clienti. Yacht charter simili a  hotel a 5 stelle con uno staff dedicato esclusivamente ai passeggeri. Clienti, conclude Susan Kidd,  che “quando sono particolarmente  giovani organizzano feste, si divertono facendo  molti sport acquatici durante il giorno, giocando….”, mentre quando hanno un po’ di anni in più “apprezzano particolarmente  il servizio a bordo e l’esperienza del loro equipaggio e  del comandante (a cui affidano l’incarico di guidarli verso le mete più affascinanti della costa) oltre alla bravura degli chef”.  Un “menu di proposte diverse”  quello offerto dalla vacanza in barca che non vede solo sempre più donne coinvolte nella loro organizzazione e gestione, ma anche come clienti, “con sempre più donne diventate perfettamente consapevoli che  una vacanza in yacht non comporta i  rischi che poteva forse presentare in passato e che quindi sono pronte, anche per questo,  a considerare qualcosa al di fuori della loro normale sfera di vacanza, con la possibilità di approdare in luoghi “proibiti” ai “vacanzieri terrestri”.  Luoghi spesso rimasti ancora incontaminati, come “ Raja Ampat,  arcipelago formato da centinaia a e centinaia di isole  a ovest della Nuova Guinea, in Indonesia una bellissima zona che vale la pena scoprire prima che diventi troppo conosciuta e, quindi, affollata. Ma per chi va in barca c’è un mare infinito di approdi da sogno che ognuno può scegliere in base al tipo di vacanza e di avventura   che sta cercando”. Un mare di approdi nel quale è sempre più consigliabile farsi guidare da donne…..

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & immagine srl per mareonline.it

pubblicato il 8 Giugno 2022 da | in | tag: Camper & Nicholsons, charter nautico rosa, donne e navigazione, donne e yachting, Ellen MacArthur, Kay Cottee, MYBA, Susan Kidd, Tracey Edwards | commenti: 1
  • Adele ha detto:

    Più il mare e la nautica si tingeranno di rosa e più azzurro sarà il loro futuro.

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