Ufficio tecnico dei Fari, l’organizzazione
brillante che mette in luce i mari italiani
Ufficio tecnico dei Fari, l’organizzazione  brillante che mette in luce i mari italiani

Nell’ultimo ventennio le innovazioni tecnologiche hanno consentito straordinari progressi anche nel settore della navigazione. Basti pensare ai sistemi di posizionamento satellitare, ai moderni apparati radar, agli strumenti elettronici di bordo, ai plotter, agli apparati per le telecomunicazioni, ai nuovi sistemi di sicurezza. Gli ausili alla navigazione sono diventati sempre più efficienti, precisi, affidabili di pari passo con l’ingegneria e la cantieristica navale che hanno prodotto imbarcazioni e navi sempre più performanti, efficienti, capaci di rispondere alle diverse esigenze della navigazione, dello yachting e dei trasporti commerciali. In questo orizzonte marino fatto di modernità, dove il punto nave è costantemente sotto gli occhi del navigante e la rotta elettronica ci appare tracciata sul plotter cartografico di bordo, i fari con il loro fascino antico e romantico costruito attorno a mille storie di mare, di solitudini, di naufragi, di tempeste, di salvataggi impossibili, ci appaiono fermi nel tempo, scolpiti sul profilo delle coste, isolati e quasi dimenticati. La realtà è ben diversa. L’Ufficio Tecnico dei Fari della Marina,
situato nell’Arsenale Marittimo Militare di La Spezia, sta attuando un vasto programma di ammodernamento tecnologico finalizzato all’automazione, al controllo a distanza dell’efficienza del segnalamento e a una più efficiente gestione anche nell’ottica del risparmio energetico. Ricordiamo che si definiscono fari i segnalamenti luminosi con portata uguale o superiore alle 15 Miglia e fanali quelli con portata inferiore. Bisogna considerare che è ormai venuto meno, nella stragrande maggioranza di casi, il ruolo del farista e che la manutenzione degli edifici, gli interventi tecnici, la salvaguardia e custodia sono enormemente dispendiosi. I fari si trovano spesso in posizione non facilmente raggiungibile, devono fronteggiare l’azione del mare e resistere alla corrosione del sale.

In Italia ci sono 164 fari e 705 fanali

Molti materiali relativi all’ottica non sono facilmente reperibili, sono molto costosi senza contare poi che ogni faro ha una sua propria struttura studiata per consentire all’ottica di funzionare. Nei primi Anni 80 c’è stato il passaggio dal combustibile liquido all’energia elettrica. Oggi però l’attenzione si è spostata sul tema dell’utilizzo di questa energia in modo il più possibile efficiente nell’ottica sia del risparmio, sia della salvaguardia delle risorse. Questo significa puntare sulle cosiddette energie rinnovabili utilizzando sistemi fotovoltaici o eolici. Anche la nuovissima tecnologia a led, che permette una maggiore efficienza e durata delle lampade, viene utilizzata sia su fari che su fanali. Sovrintendere al buon funzionamento della rete dei segnalamenti, come fa l’Ufficio Tecnico dei Fari, non è un compito da poco. Per avere un’idea della complessità del sistema basti pensare che in Italia vi sono ben 164 fari e 705 fanali di primaria importanza. Questi rientrano nella più ampia rete dei segnalamenti marittimi che svolgono funzioni diverse e specifiche di ausilio alla navigazione costiera, all’atterraggio, all’ingresso e uscita di porti e approdi, alla segnalazione di pericoli, canali o altro. Agli ausili alla navigazione luminosi (i fari e fanali appunto), si aggiungono inoltre quelli acustici (nautofoni) per l’emissione di segnali sonori in caso di nebbia, radio-elettrici (racons) ovvero i risponditori radar attivi e quelli diurni quali boe, torrette, mede e altri ancora.

L’Ufficio Fari si occupa anche di alcuni impianti in Albania e in Tunisia

Il centro operativo dell’Ufficio Tecnico dei Fari deve sovrintendere a questo complesso di strutture e proprio la tipologia dei segnalamenti descritti richiede frequenti interventi on site a eccezione dei pochi fari ancora presidiati da personale civile. Inoltre l’Ufficio Fari, nello spirito della cooperazione tra Paesi vicini, supporta anche alcuni impianti in Albania e in Tunisia. “I segnalamenti marittimi”, spiega il comandante Baschieri, “sono uno straordinario patrimonio per la navigazione, per la marineria, per la sicurezza di chi va per mare, per diporto o per professione”. E aggiunge: “Mantenere questo sistema efficiente, in ogni momento, richiede organizzazione, esperienza, professionalità, competenza tecnica e risorse”. Le parole del comandante Baschieri tradiscono l’orgoglio di chi conosce il valore della propria squadra e la dedizione di quanti lavorano nelle officine e nel laboratorio. “Il nostro”, sottolinea ancora il capitano, “più che un gruppo è un equipaggio che ha la stessa attenzione, la stessa passione e lo stesso spirito di collaborazione e dedizione di chi va per mare. Ognuno di noi, per il ruolo che gli compete, sente forte la responsabilità di far sì che la luce di un faro non smetta neppure per un’ora di guidare il
marinaio”.

testo di Gianfranco Meggiorin pubblicato sul numero 58 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

pubblicato il 8 Agosto 2020 da | in Fari, servizi a terra | tag: comandante Baschieri, fari a energie rinnovabili, La Spezia, Ufficio tecnico dei Fari | commenti: 1
  • Giorgio Marega ha detto:

    Un articolo molto interessante e degno di uno scambio di idee dopo più ampia riflessione. Che i fari siano un costo e che abbiano perso di importanza è indiscusso, che la navigazione elettronica abbia, soprattutto in caso di momenti di grave tensione internazionale “i suoi limiti” è altrettanto vero. Così come si ritrova a non essere di interpretazione immediata come il rilevamanto di un faro. I costi e i tempi ci sono e il personale è un costo assai rilevante. Ci si deve domandare però quanto vale tenersi le persone pronte da destinarsi a incarichi affini nei momenti di emergenza, da una mareggiata a peggio. Prometto di scrivere più a lungo e lieto di collaborare. Un saluto al comandate e ai signori cugini con le stellette.

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