Ogni nazione ha la sua organizzazione per il soccorso in mare. In Italia il coordinamento degli interventi di soccorso compete alla Guardia Costiera Capitanerie di Porto (numero blu 1530 – Vhf canale 16), in Inghilterra è affidato alla storica Royal Naval Lifeboat Institution (Rnli) mentre in Francia sono gli uomini e i mezzi della Société Nationale Sauvetage en Mer (Snsm) che intervengono in caso di necessità. I primi interventi di soccorso in mare di queste due organizzazioni risalgono al primo ventennio dell’800, quando a uscire in mare erano battelli a remi, gusci di noce nella tempesta. Alcuni drammatici naufragi resero evidente la necessità di dotare le coste di mezzi e uomini meglio organizzati per accorrere in aiuto dei naviganti in difficoltà. Esemplare fu quello del tre alberi inglese Amphitrite, che nel 1833 si incagliò sulle coste settentrionali della Francia. Sopravvissero solo tre persone. Nel Mediterraneo il 15 febbraio del 1855 la Sémillante, nave militare francese, naufragò sull’Isola di Lavezzi, nelle tempestose Bocche di Bonifacio. Morirono 700 persone ora sepolte in un piccolo cimitero sull’isola.
Questo avvenimento rafforzò la convinzione che fosse davvero giunto il momento di creare una rete di centri di intervento di soccorso in mare. Dall’inizio del Novecento si moltiplicarono, quindi, le stazioni di soccorso, con i mezzi utilizzati sempre più adatti ad affrontare il cattivo tempo e molti volontari sempre più addestrati. Ai giorni nostri i rimorchiatori e le vedette sono in grado di affrontare i mari e i venti più duri e in questa azione vengono spesso supportati da mezzi aeronavali. L’organizzazione del soccorso francese nel Mediterraneo o in Atlantico è coordinata dai Cross, i Centri Regionali Operativi per la Sorveglianza e il Soccorso in mare, ma ciò che colpisce dei soccorritori d’Oltralpe è che la maggior parte di loro sono volontari ben addestrati, che operano a titolo gratuito. In un soccorso, molteplici fattori interagiscono per la riuscita dell’operazione. Il coordinamento tempestivo ed efficace operato dai Cross, l’affidabilità del personale e dei mezzi della Marine Nationale, l’attenzione degli operatori militari e civili dei sémaphores che presidiano le coste e appunto la preparazione e lo spirito di solidarietà e abnegazione che anima gli uomini e le donne della Snsm. Questa storica associazione marittima, con oltre 3500 operativi suddivisi nei 232 centri distribuiti sulle coste francesi del Mediterraneo e dell’Atlantico, realizza ogni anno il 50 per cento dei soccorsi in mare in Francia con circa 10mila interventi.
Ogni anno, grazie alla Snsm vengono salvate da morte certa non meno di 600 persone. In alcuni casi i recuperi dei naufraghi avvengono in condizioni davvero estreme, anche se si opera con mezzi ben equipaggiati e marittimi preparatissimi. Nel 1987 ben sei soccorritori morirono durante una missione. Ogni singolo soccorso ha la sua storia, le sue problematiche, difficoltà ed imprevisti ai quali i soccorritori devono saper far fronte assumendo decisioni operative in modo rapido, coordinato e spesso rischioso. Talvolta gli interventi riguardano incagli, avarie, feriti a bordo, uomo in mare o incendio, ma molto spesso le richieste di soccorso avvengono per condizioni meteo marine avverse che sorprendono il navigante diportista o professionista. Una volta raggiunto il mezzo, spesso alla deriva e impossibilitato a governare, inizia la delicata fase del rimorchio; talvolta invece, quando l’unità sta affondando, il recupero dell’equipaggio richiede manovre acrobatiche cui partecipano anche gli elicotteristi a bordo dei Dauphin.
Le statistiche dicono che spesso vi è una sottostima da parte del navigante sulle condizioni meteo che si troverà ad affrontare, dovuta a inesperienza o imprudenza. Altre volte, invece, chi naviga si trova a dover fronteggiare fenomeni più importanti di quanto le previsioni avessero indicato. Non sempre la vicinanza alle coste rappresenta un fattore di sicurezza, specie se il vento e il mare soffiano dal largo. I bassi fondali rappresentano una vera insidia proprio sottocosta, dove le onde tendono a frangere con violenza rendendo problematico l’atterraggio in porto delle unità. Se a tutto ciò, specie nelle acque dell’oceano, si aggiungono i fattori determinati dalle correnti e dalle maree, possiamo ben comprendere quali situazioni di vento e mare le vedette e i mezzi di soccorso si trovino ad affrontare durante una operazione. Talvolta, al contrario, la lontananza dalle coste limita l’operatività e la tempestività dei mezzi di soccorso. Gli elicotteri, per esempio, hanno un raggio d’azione limitato. Questo è un fattore importante da considerare quando si fa rotta verso il largo. Chi va per mare deve sapere che ogni navigazione va preparata con estrema cura. L’imprevisto è sempre possibile, ma trovarsi a dover richiedere un soccorso per aver trascurato le norme di sicurezza e di prudenza è un fatto gravissimo che espone al rischio anche i soccorritori. Anche di questo deve essere consapevole un buon marinaio.
Testo di Gianfranco Meggiorin pubblicato sul numero 63 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini della Collezione privata George Matthews sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 16 Gennaio 2015 da admin | in | tag: Amphitrite, Gianfranco Meggiorin, naufragi, Sémillante, soccorso in mare, Société Nationale Sauvetage en Mer | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024