Che cosa è un giocattolo se non il modo di portare nella propria casa un pezzetto del mondo che più si è amato, un riflesso un po’ sognatore della vita che più volentieri si ricorda, uno spicchio della fantasia e della gioia che, proprio i giochi, animano nei piccoli e, non di rado, anche nei grandi? Federico Falgari, libero professionista di mestiere, è sempre stato appassionato di acqua (in particolare di quella del vicino lago d’Iseo). Così è diventato collezionista. Come spesso accade in questi casi anche lui si è mosso e continua a muoversi su terreni anche diversi da quello delle barche, seguendo variegate linee di ricerca. Ma al centro di tutto sono i suoi motoscafi. Tutto il resto (autocarri e gru, autopiste d’epoca e trenini) è soprattutto merce di scambio. Il baratto, in questo mondo, è sovente alla base di ogni rapporto. E Falgari ne tiene conto da quando, negli Anni 80, trasferitosi in un piccolo paese sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo,
iniziò a frequentare con l’amico Alessandro e un gruppo di giovani appassionati di windsurf il campeggio Quai. Fu a margine di una giornata trascorsa tra il vento e le onde, che proprio Alessandro lo condusse nell’abitazione di un collezionista di giocattoli. E la scintilla scoccò, alimentando una crescente passione per i piccoli modelli di imbarcazione che riportavano nelle rispettive case, in chiave lieve e fanciullesca, le emozioni di una vita ormai adulta. «Ho cominciato scandagliando i fondi di magazzino dei negozi della Bergamasca e del Bresciano», dice Falgari, «È, o per meglio dire, era uno dei modi migliori per trovare oggetti in buono stato, con le scatole originali, non ancora usati. E le scatole, le confezioni d’epoca, i fogli delle istruzioni, a volte sono suggestivi tanto quanto il gioco che contengono e illustrano».
Poi è stata la volta dei mercatini, delle mostre specializzate, dei rapporti più stretti con altri collezionisti. «Uno degli aspetti più belli di questa passione», sottolinea Falgari, «è proprio il tipo di incontri che si fanno, di persone che si conoscono, di legami che si creano durante le ricerche. Sai che una persona dall’altra parte dell’Italia ha qualcosa che ti interessa, e sai anche che quella persona è a propria volta alla ricerca di un particolare oggetto. Ed ecco, il caso ti mette di fronte alla possibilità di acquistare proprio quell’oggetto particolare, di soddisfare quel tuo desiderio e, al tempo stesso e in cambio, di appagare il suo. A volte il modo in cui si giunge ad acquisire un pezzo della propria collezione, la storia che sta dietro a quella piccola conquista, nasconde più piacere e soddisfazione che il possesso puro e semplice dell’oggetto in sè». Legno, plastica, bachelite, metallo. I motoscafi di Falgari attraversano molti decenni del secolo scorso e raccontano di stili e gusti mutevoli come le mode, e di tendenze (come quella della Schuco per la creazione di nuove soluzioni meccaniche e propulsive) rivelatrici della mentalità di un’intera epoca. Impossibile non ricordare, a questo proposito, i giocattoli della Zax di Bergamo che, negli anni ’30, produsse con linee futuriste esemplari oggi introvabili, ambiti dai collezionisti di tutto il mondo. «L’oggetto», dice Falgari, «fissa un tempo. Non solo il tempo della sua datazione storica, ma il tempo della persona che ne ha fruito.
Il giocattolo appartiene al tempo più bello dell’uomo, quello dell’infanzia, del tempo spensierato, delle vere avventure della mente persa nel mare della fantasia. Come non pensare ai bambini di settanta, ottanta anni fa che con questi piccoli oggetti sguazzavano ai bordi di un laghetto o di un fontanile o sognavano ai lati di una fontana, e si misuravano in gare infinite facendo sfrecciare tra gli spruzzi i loro piccoli bolidi? Come non immaginare che a questi giochi che ora frequentano la mia casa, sono rimasti legati quei sorrisi, quegli strilli, quegli sguardi spalancati? Per me il collezionismo è anche questo, una sorta di passaggio del testimone, un modo per tenere in vita un tempo che non c’è più ma non è morto e, finché quel barchino sarà amato, continuerà a vivere».
La conoscenza dei pezzi, la puntuale storia della loro origine, il singolo valore di mercato (che corrisponde, almeno in linea generale, a quanti pezzi ne furono costruiti e a che tipo di bambini e ragazzi fosse destinato) diventano così qualcosa di molto più complesso della semplice schedatura tecnica di reperti da allineare su uno scaffale. Servono, al contrario, a inquadrare meglio quei giorni: ora ricchi e sereni, ora segnati dagli eventi bellici, ora enfatizzati dalla retorica nazionalista, ora segnato dallo spirito marinettiano della ricerca della potenza, della velocità, dello stupefacente modernismo. «Il pregio dei giocattoli», afferma Falgari, «è quello di essere piccoli, di stare dappertutto, di essere discreti e, anche se non ce ne rendiamo subito conto, di invitare alla tenerezza al sorriso. Cosa c’è di meglio da mettersi in casa?». Anche perché attraverso questo mondo piccolo si trasmette davvero qualcosa che piccolo non è.
Testo e foto di Giuseppe Meroni, pubblicato sul numero 47 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. È fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 11 Marzo 2015 da admin | in | tag: collezionismo, giocattoli Zax, motoscafi | commenti: 1Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024
Salve, vorrei chiedere al signor Falgari se è a conoscenza di un raro motoscafo prodotto dalla Alpia di Bergamo.