Tra le tante storie che gli piace raccontare c’è quella del primo europeo che ha scoperto, udite udite, a piedi, l’oceano Pacifico attraversando, camminando sulla solidissima terraferma dell’istmo di Panama; o quella della cecina o farinata “nata a causa di una burrasca, quando su una nave le onde ruppero sacchi di farina di ceci e otri di olio mescolandone il contenuto e formando quella poltiglia che una volta messa ad asciugare al sole sui ponti i marinai scoprirono essere un piatto eccellente”. O, ancora, quella che spiega perché il mar Mediterraneo ha l’acqua più salata”. O, ancora, la storia dello stoccafisso “che insegna come da una disavventura come un naufragio si può, se l’uomo riesce a guardare avanti, far nascere un’opportunità”; o quella “del polpo genio da ascoltare”. Un mare di storie che Stefano Giusti ha raccontato
in oltre 30 anni passati “in cattedra” agli allievi dei corsi della sua scuola nautica alternandole spesso con i “racconti” delle materie d’esame. Argomenti diversissimi, ma con un comun denominatore: la massima attenzione nell’ascoltarli. “Merito dell’indiscutibile capacità del titolare della Scuola nautica Delta di Lucca di “cercare sempre e comunque di rendere gli argomenti più semplici e ben capibili da tutti” come spiega Stefano Giusti in un’intervista a mareonline.it preceduta da una premessa: “non sono sicuro d’essere bravo a raccontare me stesso”.
Premessa destinata immediatamente a essere smentita fin dalle prime parole scelte per raccontare, innanzitutto, il suo rapporto con il mare, ambiente che, sottolinea, “insegna moltissimo”. A partire dal “rispetto e dall’attenzione per gli altri, due caratteristiche che se ci si trova sull’acqua salata non possono mancare. Poi lo spirito di squadra e la tendenza a creare il gruppo. In mare c’è bisogno di collaborazione, il mare unisce, in mare da soli si va poco lontano. E, ancora, l’umiltà di accettare i propri errori e limiti e utilizzarli per crescere. Perché il mare”, aggiunge, “non accetta alibi e l’uomo in mare così come nella vita deve fare tesoro dei propri errori per migliorarsi”. Parole semplici, ma capaci d’attirare immediatamente l’attenzione, come quando, da bambini, nel lettino prima di dormire si pendeva dalle labbra del papà o della mamma seduto con spalancato, in mano, il libro delle favole.
Un’attenzione destinata a restare massima di fronte alla narrazione dei suoi “racconti” che Stefano Giusti ha deciso di postare anche sul suo sito (clicca qui) facendo approdare un’ondata di lettori, affascinati dalla storia di Vasco Núñez de Balboa, militare ed esploratore spagnolo (colui che “nel 1513 attraversò a piedi, guidato dagli indigeni locali, l’istmo di Panama scoprendo per la prima volta l’esistenza del grande mare che fu chiamato in spagnolo Mar del Sur, mare del Sud”; della Torta di ceci (altro nome della cecina o farinata); della salinità del mar Mediterraneo “che è più salato degli altri oceani, si perché il mar Mediterraneo a causa della sua conformazione è un piccolo Oceano, perché circa sei milioni di anni fa lo stretto di Gibilterra si chiuse impedendo l’afflusso dell’acqua dall’oceano e facendo letteralmente seccare il bacino del Mediterraneo con un accumulo enorme di sale che una volta riempito nuovamente il Mediterraneo si è disciolto aumentandone notevolmente la salinità”.
Come è nata e come continua a nascere l’idea di raccontare e scrivere storie? “Semplice: perché il mare è pieno di storie. E raccontarle è importante perché può aiutare le persone a capirne il significato intrinseco. Perché è questo l’aspetto più importante. La storia dello stoccafisso (clicca qui per ascoltarla), per esempio, insegna che da una disavventura come un naufragio può, se l’uomo riesce a guardare avanti, nascere un’opportunità”. Tra le storie c’è anche quella del polpo “genio da ascoltare”: perdoni l’ignoranza: come si ascolta un polpo? “Così come dobbiamo ascoltare il mare e tutti i suoi elementi. In silenzio, con attenzione, e con il rispetto dovuto alla natura”. In silenzio con attenzione: esattamente come gli “alunni” dei suoi corsi ascoltano le lezioni del “lupo di mare che seppe farsi insegnante”, lezioni capaci di seguire ogni volta “rotte affascinanti”, nei contenuti e nella forma.
“Ho aperto la scuola circa trent’anni fa e per molto tempo ho tenuto regolarmente corsi in presenza cercando sempre di fornire, come punto di riferimento, la semplicità, la comprensibilità immediata di un concetto”, minimizza il “comandante” della Scuola nautica Delta, che da ormai quasi dieci anni ha “varato” corsi anche online “in modo da poter aiutare coloro che hanno difficoltà a spostarsi da casa in orario di lezione”. Una “virata” nell’offerta professionale che gli ha permesso di “salpare” verso l’utilizzo di “tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione per aiutare le persone a raggiungere il sogno ( per qualcuno fino a quel momento la patente nautica era un vero sogno irraggiungibile…) di conseguire la patente nautica”.
Una nuova “rotta” percorsa con l’aiuto di nuovi strumenti tecnologici (ma sempre lasciando “l’uomo al centro del progetto come dimostra il fatto che nostri corsi ci aiutiamo molto a vicenda e mi piace definire gli allievi come facenti parte di una “squadra”) ma anche di un nuovo metodo, subito ribattezzato il “metodo Delta” che ha come principale “approdo “ la sicurezza in mare.
Che, tradotto, significa soprattutto imparare ad affrontare un mare di possibili emergenze. “Questo è il nodo principale: i quiz danno una buona formazione a carattere nozionistico ma io cerco di fare in modo che la patente nautica non sia solamente un “foglio di carta” e che gli allievi che escono dai miei corsi abbiano ben presente cosa significhi essere il “comandante” di una barca con quelli che sono i suoi compiti imprescindibili e soprattutto le sue responsabilità”. E per questo Stefano Giusti, così come l’agente speciale Leroy Jethro Gibbs della serie televisiva NCIS – Unità anticrimine, ha coniato le sue “regole del buon comandante”. In realtà appena due regole”, precisa immediatamente: “Regola numero uno: “In mare la sicurezza deve andare davanti a tutto!” Regola numero due: “Non dimenticarti mai la regola numero uno!!”
Senza dimenticare però mai neppure un altro aspetto, ovvero che la sicurezza in mare vuol dire anche, anzi soprattutto, conoscere il tempo, il meteo….. Come si impara? “In una fase di cambiamento climatico come questo, in cui stanno saltando tutti gli schemi e i modelli meteorologici presenti da sempre, è sempre più difficile fare una previsione azzeccata. Adesso sta prendendo forma il “Nowcasting” nome che deriva dalla crasi fra le parole “Now” (adesso) e “forecasting” (previsione). Il Nowcasting è una tecnica di previsione meteo a brevissimo tempo ottenuta con gli strumenti tecnologici più avanzati, con immagini satellitari, radar ecc.. Con questi strumenti anche un neofita può cercare di prevedere un temporale o una improvvisa variazione meteo o comunque di prendere rimedio per tempo.” Manovre, meteo, regole: un mare di nozioni da apprendere, da fare proprie. Non esattamente semplicissimo. Eppure la scuola toscana fondata dall’uomo che ama il mare e la navigazione e, soprattutto, sa raccontarle come pochi, ha un’altissima percentuale di promossi. “In effetti i promossi sono circa il 95 per cento, calcolando coloro che hanno seguito il nostro metodo e le nostre indicazioni con attenzione.
I rari bocciati sono normalmente coloro che per motivi di mancanza di tempo o altro non hanno potuto prepararsi al meglio o che magari si sono fatti sopraffare dall’ansia e hanno fatto errori di distrazione. Ed è per questo che abbiamo deciso di offrire loro la possibilità di poter frequentare il corso una seconda volta a titolo gratuito”. Una “prova d’appello” che ha funzionato quesi sempre visto che “normalmente, se non ci sono problemi particolari, al secondo tentativo gli allievi non si fanno mai trovare impreparati”. Normalmente, ma con qualche eccezione che non manca mai… “Qualche allievo difficile in realtà l’ho avuto e forse sé proprio a quelli che mi sono attaccato di più. Forse perché sono stati presenti ai corsi per più tempo date le difficoltà, forse perché sono quelli che hanno dovuto mettere più impegno nello studio e che, a risultato ottenuto, mi hanno dato più soddisfazione. Comunque c’è sempre speranza! Ed è proprio il mare a insegnarcelo: ho avuto allievi al corso per due anni ma con impegno e desiderio di farcela ce l’hanno fatta. Tutti. Io non sono uno di quelli che dice “volere è potere”, non è sempre vero! Ma in questo caso posso dire che questa frase valga al cento per cento”.
Sorride Stefano Giusti mentre il pensiero corre agli allievi che hanno sudato sette camicie per farcela. Ma sorride anche pesando ai migliori allievi, quelli che sembrano nati per apprendere, fra i quali figura anche qualche nome famoso, come l’attore Paolo Conticini, “persona squisita che oltretutto mi ha dato molte soddisfazioni anche come allievo ricevendo in sede di esame i complimenti dagli esaminatori. Siamo rimasti in buoni rapporti e ogni tanto ci sentiamo, è un vero appassionato di mare e un comandante affidabile. Conoscendolo non avevo dubbi”. Un allievo speciale che ha voluto fare una “dedica” altrettanto speciale al suo insegnante, alla sua scuola, sotto forma di una videorecensione sul corso “estremamente positiva”. Così come promossa a pieni voti, da Stefano Giusti, è stata una delle nuove tecnologie al servizio dell’insegnamento,Web App Velimpa “un software innovativo che rivoluziona la preparazione per l’esame di patente nautica”, come si legge sul sito della scuola. Ci fa un esempio pratico? “Ho testato molte App che permettono agli allievi di esercitarsi sui quiz, ho trovato applicativi veramente interessanti e costruiti molto bene ma a tutti mancava qualcosa. A quel punto ho fatto costruire un applicativo che possa essere personalizzabile a seconda delle disponibilità di tempo dell’allievo in modo che ognuno possa decidere quanto tempo dedicare alle esercitazioni e in tal modo ottimizzare la preparazione. Il mio pensiero è: utilizziamo al massimo gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione ma non dimentichiamoci di lasciare “l’uomo” al centro del sistema”. Concetti che emergono chiaramente an che da quanto scritto sul sito sul quale si legge, peraltro, una bellissima frase: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, una citazione di Lucio Anneo Seneca. “Una frase che rappresenta benissimo uno dei tanti insegnamenti del mare, perché afferma che per poter ottenere un risultato, qualunque sia, dobbiamo avere degli obbiettivi ben stabiliti così come in mare una buona pianificazione è essenziale per la riuscita della navigazione”.
Una frase scelta non a caso da uno che non dice o scrive mai mai per caso, come testimonia del resto il suo bellissimo sito impreziosito da tanti articoli “di lettura” Chi li scrive? E i prossimi articoli a cui sta pensando di cosa tratteranno? “Gli articoli del blog del mio sito li scrivo direttamente io cercando argomenti e curiosità sul mare che possano interessare anche coloro che non sono “addetti ai lavori”. Spero che questi articoli facciano avvicinare al mare il maggior numero di persone possibile in modo che tutti possano capire questo meraviglioso mondo che ha molto da insegnarci. Qualcuno ha detto che “istruzione non è riempire secchi ma accendere fuochi” e questo è quello che cerco di fare con i miei articoli. E anche a scuola e con i miei video, cerco di accendere la passione per il mare anche in coloro che non lo conoscono e non lo apprezzano. I prossimi articoli? Con l’ingresso nella stagione più calda delle ferie ho intenzione di riprendere argomenti sulla sicurezza della navigazione in modo che coloro che si avventurano per la prima volta in mare, magari con natanti a noleggio, lo possano fare più in sicurezza”. Parola di un uomo la cui passione profondissima per il mare e la navigazione sembra riaffiorare a ogni parola, per il quale “ il mare è sempre stato soprattutto un grande maestro di vita, perchè il mare unisce, il mare insegna che l’uomo da solo va poco lontano, il mare ricrea quella comunità e quella vicinanza tra gli uomini che in questo momento purtroppo va sparendo. Spero che questo nei miei video social e nei miei articoli si percepisca”. Un grande maestro, il mare, che ha trovato in Stefano Giusti il miglior allievo pronto a diventare a sua volta insegnante per tramandare la “lezione”, insegnando non solo ad andare per mare ma ad amarlo profondamente, come tutti dovrebbero amare la natura in ogni suo aspetto. Cosa che lui fa puntualmente anche “quando non mi occupo di nautica e non sono al mare. Andando per esempio in montagna, camminando nel verde e respirando un’aria che mi rilassa. E scoprendo che moltissimi veri appassionati di mare, e sottolineo veri, amano molto anche la montagna o comunque la natura in tutte le sue essenze. Vivere appieno la natura è fondamentale.
Essere a contatto con il mare o con la montagna ci fa scendere da quel piedistallo su cui pensiamo di trovarci e ci fa capire realmente che siamo solamente “ospiti” ( a volte molto sgarbati ) di questa terra e che quando non ci saremo più questa continuerà tranquillamente il suo corso anche senza di noi e questo, nonostante sia forse un pensiero un po’ angosciante, sicuramente ci fa godere di più della fortuna che abbiamo a essere qui”.
pubblicato il 20 Agosto 2025 da admin | in | tag: la scuola nautica che "racconta " il mare, la scuola nautica che insegna ad amare e rispettare il mare, migliori scuole nautiche, Scuola nautica Delta, Stefano Giusti | commenti: 0