In un libro si può raccontare un mare di cose. Tutte legate al mare. E, pagina dopo pagina, grazie a un piccolo mare d’inchiostro versato sulle pagine bianche come la schiuma delle onde, si può guidare il lettore su una rotta fantastica, facendolo navigare  fra  racconti e  descrizioni che si susseguono come se seguissero una corrente invisibile. È quello che ha fatto Franco Masiero, nel suo libro Adriatico per sempre, storie, vite e paesaggi nel mare delle meraviglie. Un libro capace di ricreare il mondo avvolgente, fluido, continuamente e infinitamente sfaccettato dell’Adriatico, con la sua vastità, i suoi climi, le molteplici forme delle coste, delle onde, delle isole appena sfiorate e di quelle invece vissute intensamente, le baie, calme o investite dal vento, le albe senza rumore, i tramonti dai colori inquietanti, le traversate fatte di estrema pazienza e di estrema attenzione, gli imprevisti, gli incontri.

Cercando di conoscere il mare si cerca in fondo di conoscere sé stessi

Nel dominio delle onde e del vento si incontrano la storia, la politica, la geologia, le orde del turismo, la bellezza delle architetture e dei paesaggi, i destini personali, i dati certi della geografia e i dati meno certi della geografia dell’umano sentire. Le vite, soprattutto, tante vite. Non è un viaggio, è piuttosto una grande visione d’insieme composta da una miriade di particolari in cui si accostano e si fondono fatti reali, sensazioni, immagini e immaginazioni. Con un filo, se pur sottile, che collega ogni cosa: la sensazione che cercando di conoscere l’Adriatico, o qualsiasi altro mare, si cerca in fondo di conoscere sé stessi. Cosa che, alla fine di qualche navigazione, è sembrato quasi che fosse accaduto. Così, forse, accade in questo libro.