Spolert Winery, solo un ingegnere velista
poteva progettare e varare una cantina così

Prepotto, cuore dei Colli Orientali del Friuli Venezia Giulia. È qui che Riccardo, ingegnere specializzato in energie rinnovabili (oltre che velista e appassionato di mare) ha dato vita a Spolert Winery. Una nuova iniziativa imprenditoriale dettata dalla passione per il mondo vitivinicolo, con l’obiettivo di dare vita a una nuova realtà sulle ceneri di una vecchia azienda friulana, preservando la tradizione e portando contemporaneamente un pizzico di innovazione e sostenibilità. A testimoniare la volontà di conservare intatto tutto il fascino della tradizione, che ha letteralmente stregato Riccardo,  ci sono il nome scelto per “battezzare” la nuova realtà imprenditoriale, “Spolert” (ovvero la vecchia stufa a legna-cucina economica che ha scaldato le case e cotto le pietanze tipiche nelle famiglie contadine del Friuli, e non solo, fino a qualche decennio fa) e la scelta di coltivare vitigni autoctoni e di vinificarli con tecniche antiche. A sottolineare invece innovazione e sostenibilità sono gli interventi realizzati per ristrutturare la cantina, dotata di tutte le migliori tecnologie della viticoltura moderna, lasciando trasparire chiaramente, oltre al legame tra tradizione e innovazione, l’imprinting dell’ingegnere energetico. Il tutto all’insegna del “fare di più con meno”: meno chimica, meno materie prime, meno energia, applicando il protocollo della lotta integrata volontaria, minimizzando l’impatto della “mano umana” sui vigneti e sui vini, senza però voler rinunciare alla pulizia degli stessi. Il risultato sono i vini prodotti: puliti ed equilibrati al fine di valorizzare il varietale delle uve, espressione chiara di un territorio autentico, con la Ponca, suolo tipico dei Colli Orientali, che si caratterizza per sembrare una roccia infrangibile e che al tocco si trasforma invece in polvere, impasto di marna e arenaria ricco di sali e microelementi dai quali la vite riesce a estrarre sostanze che donano ai vini un timbro unico e riconoscibile: la sapidità che non passa mai inosservata. La produzione è per metà rossa (Schioppettino di Prepotto, Merlot, Refosco) e per metà bianca (Friulano e Ribolla Gialla, sia ferma sia spumantizzata). Nel futuro la sfida è esasperare sempre di più il concetto di sostenibilità mantenendo vini moderni ma con il sapore del passato.

Testo realizzato da Riccardo Fabbio di Winetelling permareonline.it

pubblicato il 13 Gennaio 2023 da | in Vini & alcolici | tag: migliori cantine friulane, migliori vini friulani, Spolert Winery, vini bianchi del Friuli, vini rossi del Friuli | commenti: 1
  • Andrea ha detto:

    Se la bontà del vino è pari alla bellezza delle etichette dev’essere semplicemente straordinario…

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