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La nave puzzle costruita con pezzi d’epoca? Mezza Londra s’è fermata per ammirarla

Il 12 giugno 2015, improvvisamente, il traffico intenso di Londra si è fermato. La ragione dell’intasamento improvviso è stato il passaggio di una piccola nave a vapore lungo il Tamigi: la SS. George Stephenson. Dopo il suo battesimo nella famosa marina di St Katharine Docks, questa particolare imbarcazione è passata sotto il Tower Bridge, aperto solennemente per l’occasione, bloccando centinaia di macchine. Ma perché mai la città di Londra ha provocato un tale ingorgo per il passaggio di una singola nave? La risposta alla domanda si trova nel racconto narrato dalla SS.George Stephenson; un racconto di innovazione industriale, di storia navale e della perseveranza di un uomo: la conservazione della storia marittima è stato lo scopo della sua vita. Tutto ha avuto inizio nel 2006, quando un uomo d’affari olandese, Servaas Strik, ha deciso di costruire un’imbarcazione utilizzando esclusivamente macchinari marittimi di epoche passate. Viaggiando per i quattro angoli del Globo, Servaas Strik ha cercato, trovato e comprato quella che è divenuta poi una sensazionale collezione di manufatti una volta appartenuti a famosi transatlantici e a temute portaerei. La sua squadra di ingegneri, altamente qualificati, ha fatto il resto costruendo, con l’utilizzo di ben più di 750 componenti antichi, una nave a vapore perfettamente funzionante. Con il nome dell’ingegnere civile inglese che costruì la prima linea ferroviaria intercity nel mondo per locomotive a vapore, la SS. George Stephenson è un’ode galleggiante all’innovazione industriale.

Ogni particolare della nave ha una storia da raccontare

Le linee, inoltre, evocano i tempi nei quali le considerazioni estetiche avevano ancora un’importante funzione nella costruzione delle navi. La fine degli Anni 50, infatti, è considerata uno spartiacque nella storia della progettazione navale, fino a quel momento ancora piena di concetti tipici delle grandiose navi a vela del sedicesimo e del diciassettesimo secolo. Negli interni e negli esterni della SS. George Stephenson, i progettisti di Servaas Strik hanno riportato l’estetica a un posto di primaria importanza. Nella forma e nella funzione, nella cabina di pilotaggio, nella prua, nella poppa e attraverso tutte le sue strutture, sono chiaramente evidenti le eredità di questo ormai passato metodo di costruzione. Salendo per la prima volta sulla nave, il curioso è impressionato dall’incredibile cura nei dettagli utilizzata dagli ingegneri nella costruzione; ogni dado, ogni bullone e ogni vite ha una storia da raccontare: dal perfettamente funzionante manometro di 160 anni fa, al cucchiaio incorniciato, reliquia dello sfortunato ultimo viaggio della Lusitania.

Il motore proviene da una Clyde Puffer in servizio sulla costa occidentale inglese

Passando attraverso le viscere della nave, il visitatore ritrova un gioiello storico dopo l’altro; i parapetti sono stati salvati dalla RMS Windsor Castle, il rinomato transatlantico per passeggeri e merci in funzione sulle linee della Union-Castle Mail Steamship Company London. La propulsione della SS. George Stephenson è un motore a vapore completamente restaurato, proveniente da una Clyde Puffer, tipica piccola nave a vapore in servizio sulla costa occidentale dell’Inghilterra e fra le Isole Ebridi della Scozia. Quando c’è bisogno, il motore a vapore è assistito da un propulsore diesel di L. Gardner and Sons Ltd. Gli appassionati di storia navale possono passare l’intera giornata a bordo della SS.George Stephenson.

Il sistema di allarmi antincendio è quello della portaerei americana USS Forestall

Molti dei componenti dell’equipaggio una volta servivano sulle maestose navi da guerra usate a protezione delle coste e delle rotte marittime. I conoscitori troveranno un stazione del vento perfettamente funzionante, inizialmente usata sul ponte di commando della HMS Ark Royal, una portaerei leggera ed ex nave ammiraglia della Royal Navy. Il sistema di allarmi antincendio è stato recuperato dalla prima superportaerei americana, la USS Forestall, non più in servizio. L’elica della SS. George Stephenson è stato fuso dal bronzo di alta qualità di quella appartenuta alla portaerei francese Clemenceau. Proprio come molti dei loro predecessori del diciannovesimo secolo e dei primi anni del ventesimo, i progettisti navali non hanno mai perso di vista le considerazioni estetiche nel completare gli interni della SS. George Stephenson. Il quadrato degli ufficiali è illuminato da lampade ritrovate su un peschereccio norvegese con cento anni alle spalle. Sempre nel quadrato si trova un termosifone decorato proveniente dalla cabina del capitano di un peschereccio francese: un compartimento dentro il radiatore tiene in caldo tre bicchieri da brandy usati per brindare quando bisognava festeggiare una buona pesca.

Il legno nelle cabine dell’equipaggio è stato ricavato dalle porte dell’ex ministero della Difesa di Parigi

Mancando legname di alta qualità recuperabile dai cantieri o dalle aste, Servaas Strik è riuscito ad accaparrarsi una partita di tek usato per la costruzione, alla fine del diciannovesimo secolo, della scuola coloniale inglese a Mumbay. Ma non essendo sufficiente, è stato integrato con 500 porte in quercia provenienti dall’ex palazzo del ministero della Difesa francese a Parigi. Il tek indiano è diventato il ponte superiore della SS. George Stephenson, mentre le porte sono state utilizzate per le cabine dell’equipaggio e il quadrato del capitano. Insomma, è stata l’incredibile storia della SS. George Stephenson a convincere gli inglesi ad aprire il Tower Bridge; un tributo all’eccezionale impresa di ingegneria che Servaas Stik e la sua squadra sono riusciti a compiere. Nei prossimi anni la SS. George Stephenson sarà presente a regate ed eventi nautici in tutta l’Europa e, ovviamente, nel suo porto di origine, Rotterdam. Poi sarà disponibile per charter: viaggi di affari, escursioni o altri eventi. Con il suo passato, il suo primo e più importante passeggero, la SS. George Stephens procederà a tutto vapore verso il futuro.

Testo di Jelle Simons pubblicato sul numero 90 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

pubblicato il 20 Marzo 2017 da admin | in Imbarcazioni a motore oltre 15 metri, Storie | tag: Clyde Puffer, HMS Ark Royal, portaerei Clemenceau, portaerei USS Forestall, Servaas Strik, Tower Bridge | commenti: 0

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Commenti recenti
  • Davide 29 Maggio 2025 at 12:17 su Crociere senza veli: in 3000 salpano
    a bordo della Carnival Freedom
    Perché l'equipaggio non sarà anch'esso in costume adamitico?
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