La salvezza viene dal mare. E nella foresta
pluviale viaggia sulla nave San Raffaele
Il 16 giugno 2009, nel porto di Buenaventura, Alvaro Uribe, presidente della Colombia, ha inaugurato, alla presenza del calciatore Ivan Ramiro Cordoba, dell’ambasciatore italiano e delle massime autorità, una nave bianca di 27 metri. Raccontata così, potrebbe sembrare la cronaca del varo di un lussuoso motoryacht acquistato dal noto calciatore, uno dei tanti prodotti per i quali la cantieristica italiana è apprezzata in tutto il mondo. La storia invece è un’altra. Buenaventura, una cittadina portuale sulla costa pacifica della Colombia, dista circa un centinaio di chilometri da Cali, località tristemente conosciuta per essere una delle basi dei narcotrafficanti. Questi controllano di fatto ampie aree di territorio sul quale impediscono ogni forma di presenza statale, legalità e assistenza sociale a favore delle popolazioni locali, le cui miserrime condizioni di vita contrastano con la ricchezza dei quartieri residenziali della capitale o dei resort caraibici sulla costa atlantica. Qui la mortalità infantile è di gran lunga superiore alla media a causa della malnutrizione
