Attilio Pratella, un impressionista 
 sotto l’ombra del Vesuvio        
    
“L’arte mi ha innalzato a un’altezza considerevole, ma non superiore alla .. misura di leva”, così scriveva di sé Attilio Pratella, ironizzando sulla sua bassa statura e nello stesso tempo prendendo le distanze da tanti suoi colleghi “boriosi e vanagloriosi”, che scambiavano “il successo momentaneo con la gloria eterna”. Egli amava la pittura e ripeteva spesso: “Nel mio cuore arde un fuoco sacro; ne faccio un gran consumo, ed ecco come: dalla legna arsa ricavo il carbone e la carbonella per disegnare le mie concezioni. Ho a disposizione per tale bisogna, tutta una foresta.” E ancora: “Mi sforzo di plasmare col colore la realtà delle cose, perché gli altri vedano quale dovrebbe essere il prototipo della mia pittura.” Attilio Pratella era nato il 19 aprile 1856 a Lugo,
        


            
                





            
                        








                            
                            
                            
                            
                            
                            


















