Per “raccontare” a un cronista incrociato a Cernobbio, in occasione di un convegno a Villa d’Este, chi fosse Vincenzo Zaccagnino, a Vincenzo Onorato, armatore di Moby e Tirrenia e velista con Mascalzone Latino, “profondo uomo di mare”, era bastata una manciata di parole: “Quello che ha fatto quest’uomo per la nautica forse non l’ha fatto nessun altro”. Essenziale, quasi telegrafico. Sicuramente inconfutabile. Già, perché Vincenzo Zaccagnino, scomparso a Roma all’età di 84 anni, giornalista nautico capace di “varare” nella sua lunga carriera numerose testate di settore, ha davvero saputo “raccontare il mare e la navigazione come probabilmente nessun altro”, come ha voluto ricordare in un articolo il quotidiano la Stampa, giornale con il quale Vincenzo Zaccagnino continuava a collaborare, guidando i lettori lungo le rotte delle più belle crociere del mondo, raccontando (dopo averlo studiato in profondità) il mercato di un settore di cui “forse per primo in Italia”, come scrive sempre il quotidiano piemontese, “aveva compreso l’ascesa, anche come fenomeno di costume”. L’avevano contattato 15 giorni fa i “colleghi” de La Stampa per chiedergli un pezzo proprio sul mercato delle crociere, non sapendo che si trovava in ospedale, per la frattura di un femore. “Non riesco a farlo, mi spiace molto. Mi dicono che ne avrò per un mese. Ma dopo, ci sentiamo sicuramente”, aveva risposto il preziosissimo collaboratore. “Non lo abbiamo più sentito e non lo sentiremo più”, si legge nell’articolo dedicato alla scomparsa del “decano dei giornalisti nautici”. Così come non potranno più sentirlo i suoi redattori e i suoi grafici, i tanti collaboratori esterni delle tante testate ideate e realizzate da Vincenzo Zaccagnino, da Nautica a Mare, da Mondo Sommerso a Mondo Barca, fino alle tante testate varate con il gruppo Deagostini / Rizzoli: dall'”ammiraglia” Yacht Capital, a Yacht Design, Yacht Digest, Yachtsman, Crociere, Traghetti. Un “arcipelago” di testate destinate a guidare i lettori in un mare di lettura, attraverso “magazine” che aveva saputo timonare con impareggiabile maestria, insieme con il figlio Matteo. Guidando il suo equipaggio di giornalisti e grafici come nessun altro comandante avrebbe saputo probabilmente fare, grazie a un’affabilità, a un garbo, a una simpatia innati capaci di contagiare chiunque fin dal primo incontro, fin dalla prima riunione di redazione. A partire dai più stretti collaboratori, come i capiredattori anternatisi al timone di Yacht Capital (e della galassia di altre testate destinate a fare da navi da supporto), come Enrico Artifoni e Gianlorenzo Mocellin, Giuseppe Fumagalli e Giorgio Coppin, Moira Shea; dalle “sue” redattrici, Carlotta Dazzi e Giuliana Fratnik, Marianna Aprile, Gaia Grassi…. Per proseguire con i grafici chiamati a “costruire” pagine di bellezza purissima come le acque dei fondali più incantati, da Marco Gozzi a Valerio Borrelli; ai traduttori in inglese come Mark Worden e Justin Ratcliffe, fino ai partner commerciali, come Deborah Bazzoni e Beppe Manfredi. Fino ai collaboratori esterni, uno stuolo di “scrittori” capitanati da Giorgia Gessner. Impossibile citarli tutti: altrettanto impossibile trovarne uno solo che non abbia provato, insieme a una grandissima stima professionale, anche affetto e simpatia per quell’omone dai capelli e dalla barba bianca capace di trasformare le riunioni redazionali in appuntamenti imperdibili, ai quali andare col sorriso stampato sulle labbra, con la curiosità di scoprire cosa avrebbe inventato questa volta “don Vincenzo”.Ma anche, nei periodi vicini alle feste di Natale, di scoprire quale incredibile fotomontaggio avrebbero realizzato i suoi grafici, utilizzando una sua foto, per preparargli i “biglietti di auguri” unici e inimitabili da far avere a tutti gli “amici-colleghi”, fotomontaggi che lo ritraevano con figure della storia marinaresca, in pose maestose o piratesche. Collaboratori che Vincenzo Zaccagnino amava riunire per la cena di auguri di Natale, altro appuntamento al quale nessuno sarebbe mancato per nessuna ragione al mondo, per rivivere insieme, come un vero “equipaggio” alcuni fra i momenti più belli vissuti durante l’anno grazie proprio a quel direttore appassionato di imbarcazioni, della loro storia, delle tradizioni. Un’attrazione fatale, così come del resto quella per i trenini da collezione, altra sua grande passione. Ed è stata proprio la passione vissuta per il mare, alimentata da una curiosità, profonda come la fosse della Marianne, a permettere a Vincenzo Zaccagnino di “costruirsi” una conoscenza unica del mare e dei suoi grandi protagonisti. Navigatori, spesso famosissimi, che “don Vincenzo” ha avuto modo d’incrociare nella sua lunga vita, raccontandoli in interviste raccolte nel suo ultimo libro “Barchette di carta: la lunga rotta di un giornalista tra storie, sfide e personaggi della nautica internazionale”, edito da Mursia, presentato in una serata alla libreria Mondadori di Milano a fine 2017. Serata alla quale, inutile dirlo, non aveva voluto mancare nessuno. Neppure lo stesso Vincenzo Onorato che era saluto sul primo aereo da Napoli per esserci, insieme ad altri “grandi” della nautica. Perché era quasi impossibile dire di no a “don Vincenzo”. Come sanno bene oggi gli uomini e le donne del suo “equipaggio”. Una squadra di giornalisti e grafici che ha avuto in dono qualcosa che non capita troppo spesso di ricevere: lavorare al fianco di una persona splendida, capace di trasmettere emozioni e passioni, di far amare quel che si sta facendo. “Un uomo che proveniva da una famiglia di naviganti di Lussino, l’isola di Straulino, un uomo d’altri tempi, per modi ed educazione, per amore dell’approfondimento e dello studio, per l’eleganza del blazer (difficile, mantenerla, per uomini della sua stazza). Un uomo che sapeva anche prendersi in giro, sorridere, commentare con soave ironia un mondo che in fondo gli piaceva e di cui sentiva di far parte”, come hanno ricordato i colleghi de La Stampa. Un “comandante” che ha tracciato rotte bellissime nella storia del mare. “un lungo viaggio professionale” che, per chi ha avuto il piacere di “stare a bordo delle sue redazioni” non potrà mai essere scordato. Perchè è stato davvero troppo bello navigare sulle sue “barchette” di carta”…
pubblicato il 11 Giugno 2018 da admin | in | tag: addio a Vincenzo Zaccagnino, è scomparso Vincenzo Zaccagnino, Vincenzo Onorato ricorda Vincenzo Zaccagnino, Vincenzo Zaccagnino l'uomo che raccontava il mare, Yacht Capital | commenti: 2
Un grande scrittore, un grande intenditore del lusso nautico, un giornalista molto professionale, curioso ma discreto, elegante e affettuoso. Buon viaggio Vincenzo e grazie per aver lavorato insieme!
Direttore, mio direttore… Riposa in pace, grande Zac.