Era il 14 marzo del 1962, e tanto per cambiare tirava un vento gelido da nord ovest che sollevava i lembi dei cappotti dei sei giovani uomini che, tenendosi i cappelli, entravano nel palazzo al civico 193 di Corso Umberto, Olbia, Sardegna. “Davanti a me dottor Mario Altea, notaio in Olbia…” Così aveva iniziato a leggere il notaio Altea, sul cui tavolo quel giorno c’erano le decine di atti di compravendita che in un anno avevano fatto cambiare proprietà a 1800 ettari prevalentemente sulla costa, e un documento da firmare che sanciva la nascita del Consorzio Costa Smeralda. Quel giorno formalmente andò a morire l’Unfarru, l’inferno dei pastori, e nacque il paradiso dei turisti. Tra i sei gentiluomini fondatori attorno al tavolo del notaio Altea vi era il principe Karim Aga Khan, allora poco più che ventenne: lui e gli altri cinque “giovani illuminati” avevano deciso di scommettere sulle potenzialità turistiche di un lembo di costa sarda quei tempi praticamente vergine e inospitale, senza strade, acqua o elettricità. Solo zanzare e macchia mediterranea punteggiata di rocce granitiche modellate dai venti. Mezzo secolo da quel giorno, Porto Cervo festeggia i sui primi 50 anni. Lo ha fatto con eventi speciali come il concerto di Elton John a giugno, e lo ha fatto attraverso alcune pubblicazioni che hanno ripercorso e raccontato, ognuna a modo suo, quella svolta che ha cambiato la storia e la società della Sardegna tutta. Tra i vari progetti editoriali, ne abbiamo scelti due, diversi, e complementari tra loro.
Costa Smeralda. 1962-2012. Storia, cronaca, mito di Giovanni Gelsomino, 240 pagine per 12 capitoli, introduzione di Gian Carlo Busiri Vici, è forte di un’ottima impostazione storiografica e innesta la vicenda della nascita della Costa Smeralda in un contesto regionale, sociale ed economico. Foto d’epoca, documenti d’archivio – molti inediti – testimonianze a tutto tondo. Com’era la Sardegna prima della nascita della Costa Smeralda? Come si viveva, come si moriva, cosa si sperava? Com’era considerata dagli abitanti quella parte della costa gallurese improvvisamente oggetto dell’attenzione dei “signori di fuori”? Il nucleo dei montimolesi, gli abitanti della località detta “Monti di Mola”, che per primi cedettero le loro terre agli investitori stranieri che la abitavano, la sentivano “ingrata, priva di valore, povera”.
Un centinaio di pastori vi conduceva una vita grama, il mare era visto come una maledizione o, meglio, come il nulla. Abitare queste terre era il segno ultimo di povertà e isolamento, vissuti comunque con grande dignità. La corsa alle coste sarde comincia da qui, da questa aspra realtà. Da questi 55 chilometri di costa che persino la toponomastica voleva sinistra: l’Infarru, Vaddi Mala, Monti Canaglia, Tre monti, Pulcariccia… Un lembo di terra ai confini col nulla o, come disse un contadino del luogo, con la maledizione del mare. Poi, la scoperta. L’investimento, il consorzio, il comitato d’architettura, lo stile Costa Smeralda, le grandi regate veliche, l’età dell’oro.
Emblematica l’immagine del giovane principe che si ferma a parlare con i pastori e gli operai dei suoi cantieri. Secondo il settimanale femminile francese Elle, nel 1963, impegnati a “svegliare la bella addormentata”.
Di diverso tenore e di diverso fascino è il secondo libro, Costa Smeralda. 50 anni di Dolce Vita in Sardegna, edito da Rizzoli, in italiano e in versione inglese. Si tratta di un libro fotografico che regala le emozioni della scoperta della costa più ammirata ed esclusiva del Mediterraneo attraverso gli scatti d’epoca che hanno immortalato Ringo Starr e Grace Kelly, Brigitte Bardot e Bettina Graziani, Catherine Deneuve, Peter Sellers, Dolores Guiness, la principessa Soraya, Paola di Liegi, Maria Pia di Savoia fino alle celebrities dei nostri anni, tutti immortalati sullo sfondo di qualche angolo di Costa Smeralda: mare cristallino o scorcio architettonico che sia. Barche famose, grandi alberghi o ville esclusive. Brevi testi di Cesare Cunaccia danno ritmo al portfolio fotografico di oltre 200 pagine, le cui prime immagini in bianco e nero hanno davvero il sapore del “tributo al mito della Costa Smeralda”. Curatrice d’eccezione al libro, presentato a metà agosto in una delle location più chic della Costa Smeralda (il Bar Pontile dell’hotel Cala di Volpe), la signora Laurel Beebe Barrack, moglie del finanziere Tom Barrack che ha recentemente passato le sorti della “Costa” al fondo sovrano del Qatar.
Slim Aarons, Henry Clarke, Nello di Salvo, Marco Glaviano, Carlo Borlenghi, Paolo Costanzi, Paolo Curto, Riccardo Frezza e Salvo La Fata sono solo alcuni dei fotografi che negli anni hanno immortalato e quindi reso eterno quel mix speciale di meraviglie naturali, celebrità internazionali, sport e divertimento, stile, moda e poesia. Questa è la loro Costa Smeralda.
Testo di Maria Luisa Farris
pubblicato il 16 Aprile 2013 da admin | in Personaggi, Storie | tag: 50 anni di Dolce Vita in Sardegna, bar Pontile, Cesare Cunaccia, Consorzio Costa Smeralda, Gian Carlo Busiri Vici, Giovanni Gelsomino, hotel Cala di Volpe, inferno dei pastori, Karim Aga Khan, Laurel Beebe Barrack, Maria Luisa Farris, Mario Altea, Monti di Mola, notaio in Olbia, Porto Cervo, Tom Barrack, Unfarru | commenti: 0