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John Wayne, il cowboy che cavalcava
le onde al timone della Wild Goose

È stato ed è tuttora uno degli attori più conosciuti di Hollywood, protagonista di 175 film, la maggior parte dei quali nel ruolo, in verità a lui molto congeniale, di pioniere, cavalleggero o cowboy rude ma dal cuore d’oro e sempre pronto alla rissa. Parliamo di John Wayne la cui carriera, iniziata nel 1929, è continuata, fino al 1976. Non figurano però ruoli legati al mare, forse per la bocciatura del 1925, con cui gli fu negato l’arruolamento nella Marina Militare, che gli fece dire: “è stata la delusione più grande della mia vita”. Alla prima occasione possibile però compra una barca, ma uno come lui non può certo prenderne una “normale”. Così, anche se le disponibilità economiche non gli mancano, si indirizza verso un dragamine messo in disarmo nel 1946 dalla Us Navy. Il mezzo era stato per diversi anni nelle isole Aleutine e poi trasferito alla base navale di Bremerton, Washington, dove viene venduto per la prima volta nel 1948 a Harold A. Jones, un armatore canadese, che lo chiama La Beverie. Dopo poco passa a May Wyman, che cambia il nome in Wild Goose II e in seguito a John Wayne nel 1965 per 116.000 dollari.

Il primo problema? Rendere la barca vivibile per un armatore alto 193 centimetri…

The Duke, come era chiamato l’attore, oltre ad abbreviarne il nome in Wild Goose, apporta diversi cambiamenti interni, soprattutto per adattarla ai suoi 193 centimetri di altezza, arredandola con pannelli di legno scuro, un caminetto funzionante, una grande plancia di comando, cabine per gli ospiti e un tavolo da poker. A questo aggiunge due cose importantissime per lui: un bar molto ben fornito (una volta disse “Non mi fido di un uomo che non beve” e lui di brandy e tequile era un vero consumatore) e cinque enormi freezer con provviste sufficienti per due mesi, e quantità industriali di grandi bistecche, una delle sue passioni.

John Wayne al timone? Molto meglio davanti a una telecamera…

Rispetta la tradizione, mantenendo il più possibile le attrezzature e la strumentazione originale: i motori, la campana, i ventilatori, il telegrafo di macchina, la bussola e il timone, ma come pilota non è molto bravo. “Lascia volentieri il compito a me”, racconta Bert Minshall, con lui per sedici anni e autore del libro On Board with the Duke, “con nostro grande sollievo, perché guida troppo veloce e suona di continuo la sirena. Si rifà guidando i tender per lo sci nautico e allora va a tutta manetta”. The Duke ama molto Wild Goose e ancora Bert dice: “La grande barca era la proprietà di cui andava più fiero, il suo ritiro galleggiante e campo da gioco, sempre di più col passare del tempo. È il tipo di barca che ci si può aspettare da lui: grossa, comoda, robusta e imponente. Poche stelle del cinema avrebbero potuto permettersela, ma per lui era il coronamento di una vita da vivere compiutamente, era più di uno status symbol,  era l’estensione di se stesso”. Ogni estate vengono fatte lunghe crociere in giro nel mondo: Alaska, British Columbia, Seattle, Messico, Centro e Sud America, fino in Europa, con la terza moglie Pilar e i loro tre figli Aissa, Ethan e Marissa; soprattutto Ethan vive lunghi periodi a bordo, fin da piccolo. È anche usata come quartier generale a Seattle durante le riprese per una serie di spot televisivi per la Great Western Bank nel 1977 e per memorabili battute di pesca, vera passione per l’attore.

A bordo sono stati ospitati Sammy Davis Jr., Dean Martin e il presidente Richard Nixon

“Ha dei difetti abbastanza gravi, per cui bisogna stare attenti”, dice Bert, ”perché nella fretta di costruirla, dopo Pearl Harbour, hanno usato legno fresco, per cui è elastica; non possiamo fare marcia indietro troppo velocemente, perché si storce e gli alberi delle eliche si piegano. Anche i motori hanno tendenza a scaldarsi, però John, la sua numerosa famiglia e gli altrettanto famosi amici e ospiti, tra cui Sammy Davis Jr., Dean Martin e addirittura il presidente Richard Nixon, si trovano benissimo a bordo. Così il figlio Ethan, in un’intervista a Casey Broadwater ricorda quegli anni: ”Era una buona nave, ma aveva comunque mantenuto delle caratteristiche di barca da lavoro e pertanto molto adatta a mio padre. Aveva costi di mantenimento e gestione contenuti, era comoda e non appariscente, si poteva andare in posti remoti senza farsi notare. Tutta un’altra cosa rispetto allo stare sulla spiaggia, con un paio di espadrilla ai piedi, nuotare, prenden- dosela comoda”. Dopo il 1964 e una prima operazione per l’asportazione di un tumore ai polmoni, John fa un accordo con la casa di produzione per poter andare a bordo ogni weekend usando l’aereo. “Sono stati i momenti più felici della mia vita”, disse.

Ma cosa faceva a bordo The Duke?

“Era un bravo giocatore di scacchi, leggeva molti libri”, racconta sua figlia Marissa, ”faceva fare sci nautico a tutti noi e gli piaceva incontrare gli abitanti dei porti visitati, a volte vere e proprie folle, ai quali dava volentieri sue immagini autografate, con sopra scritto “good luck”. Era bellissimo e un modo meraviglioso di crescerci, di essere famiglia; persino i giornalisti e i fotografi ci lasciavano in pace”. L’ultima visita a Wild Goose è a Pasqua del 1979, a metà aprile, con una gita all’isola di Catalina. Bert lo trova debole e dimagrito. “Non mangiò e non bevve e mi confidò di essere ormai prossimo alla fine”.

Oggi la barca salpa da Newport Beach per gite turistiche e pranzi aziendali

Probabilmente in quell’occasione The Duke decide di vendere Wild Goose a Lynn Hutchins, avvocato di Los Angeles, per 750.000 dollari. Dopo due settimane è ricoverato in ospedale e l’11 giugno alle 17.23 entra a pieno titolo nella leggenda. Per dodici anni Wild Goose rimane nel porto di Long Beach e il suo sembra un destino inglorioso; per fortuna nel 1991 un abitante di Newport Beach, Deil Gustafson, la compra e la sottopone a un restauro accurato, facendo dipingere diversi quadri dell’attore, ancora oggi sulla barca, insieme a molta memorabilia a lui riconducibile. Oggi, modificata per ospitare gite turistiche e pranzi aziendali, è a Newport Beach, il porto dal quale era tante volte salpata col suo proprietario, allora governatore del locale Bay Club. Per la sua nuova vita è stata restaurata con una spesa di due milioni e mezzo di dollari, anche a seguito delle numerose modifiche (non sempre migliorative), ma almeno è salva. Chi adesso sale a bordo, lo fa anche per provare alcune delle emozioni del suo famoso proprietario e molti chiedono al comandante di far loro suonare la sirena, proprio come faceva lui nei momenti più belli della sua vita.

Testo tratto da www.hornblower.com

pubblicato il 18 Gennaio 2021 da admin | in Personaggi, Storie | tag: Bert Minshall, John Wayne, On Board with the Duke, The Duke, Wild Goose | commenti: 0

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Commenti recenti
  • Checco 28 Marzo 2023 at 20:11 su Byblos, il mito della Costa Azzurra
    dove le star sono da sempre di casa
    Sarà, ma il Fabri e la Monica ci hanno dormito? Se sì, allora è davvero da star....
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