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La Costa Concordia si sta inabissando. Un video mostra come è possibile salvarla

La Costa Concordia si sta inabissando. Un video mostra come è possibile salvarla

La Costa Concordia si sta inabissando, lo scafo coricato su un fianco davanti all’Isola del Giglio, a Punta Gabbianara, si sta progressivamente deformando e la nave è destinata a  sprofondare sott’acqua entro la fine dell’anno, scivolamento verso il fondale profondo fino a cento metri. Ad affermarlo sono i responsabili di Costa Crociere che  hanno chiesto al governo di accelerare al massimo il piano di recupero del relitto della nave, affondata venerdì 13 gennaio 2012 alle 21 42 dopo che  lo scafo, salpato dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera “Profumo degli agrumi” nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo, agli ordini del comandante  Francesco Schettino, aveva  urtato uno scoglio… causando l’apertura di una falla di circa 70 metri sul fianco sinistro. L’incidente ha provocato 30 morti e 2 dispersi. Ma come è possibile recuperare una nave di queste dimensioni. Un video on line su You Tube (clicca qui per vedere) lo svela.

Testo a cura di Baskerville srl Comunicazione & Immagine. Le immagini  sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. È fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

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  • Giulio ha detto:

    Tutta fuffa per narcotizzare l’opinione pubblica. E’evidente, anche senza vedere quest’altro filmato, che l’idea è inattuabile oltre che onerosissima e dannosa per l’ambiente!
    Non serve essere un ingegnere per capirlo…

    • Saverio Parisi ha detto:

      E allora tu come faresti? Ma perchè dobbiamo sempre criticare in modo distruttivo? Ma quando un chirurgo opera una persona, tu gli dici come deve fare? Ma proprio non riesci a fidarti di qualcuno che fa questo lavoro di mestiere?

  • Gfo ha detto:

    Bisogna comunque rispondere a diversi interrogativi, a cominciare da quelli relativi al monitoraggio delle rotte e degli inchini….

  • admin ha detto:

    Saverio ha perfettamente ragione. Noi italiani siamo campioni del mondo nel criticare, nel darci degli incapaci (nel migliore dei casi), siamo autolesionisti per natura. Aspettiamo di vedere se un progetto fallisce prima di dire che è fallimentare…

    • Mauro ha detto:

      Hai ragione, bravo! Io sono svizzero e le mie origini sono italiane/francesi/ticinesi. Mi secca quindi vedere come molti italiani si credano maestri e specialisti in tuttologia: tutti Mister di calcio … Per poi vedere in che stato misero si trova la povera Italia oggi. Se davvero ognuno cercasse di fare al meglio quello che sa davvero fare e lasciasse agli altri il resto! Sai che balzo avanti per tutto il Bel Paese (che è bello davvero come la maggior parte dei suoi abitanti).

  • Francesco ha detto:

    Ma provate a immaginare, se la nave affondasse, sarebbe un relitto da esplorare. L’isola potrebbe aumentare tutto l’anno il turismo subacqueo. Oltre al fatto che la nave darebbe riparo a numerose specie di pesci. Meglio che affondi!!!!!!

  • Stefano ha detto:

    Abbastanza fantascentifico considerando la difficoltà di realizzazione del basamento subacqeo, di raddrizzamento della nave, di chiusura delle falle, di svuotamento dell’acqua per la galleggiabilità… E i tempi? Ma soprattutto: chi deve farlo e pagare?

  • Danilo ha detto:

    Sono d’accordo col signore italo – svizzero. Per il recupero lascerei fare a chi ha le carte in regola per provarci, senza però far correre rischi a persone. Chi paga? Le assicurqzioni cosa ci stanno a fare? Loro sono proprietarie del relitto, rischiano il loro danaro, inoltre il tentativo devono farlo per obbligo delle autorità. Se poi affonda, è stato fatto il possibile per evitarlo, bisognerà farsene una ragione, diventerà “patrimonio” del Giglio.

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