L’ondata di contagi che ha travolto l’Italia si trasformerà in una gigantesca diga pronta a sbarrare la crescita dei porti lungo le coste del Belpaese, affondando sul nascere la ripartenza dell’industria del turismo nautico che finalmente, a partire dal 2016, ha fatto registrare una sensibile crescita sia in termini di fatturato sia di clienti, in particolar modo stranieri, facendo vedere un orizzonte finalmente più sereno per il settore? Una domanda alla quale verrebbe da rispondere, d’istinto, sì. Risposta sbagliata: c’è chi, nonostante la pandemia che è comunque stata “a oggi, una doccia gelata su prospettive finalmente rosee”, è pronto a investire un autentico mare di denaro. Per l’esattezza 150 milioni di euro “per passare da 13 a 25 porti turistici”. Investimenti previsti dal piano di sviluppo di Marinedi Group, leader nazionale nella gestione di porti turistici con 13 porti marina fra Tirreno, Adriatico e Ionio , che nei prossimi tre anni intende estendere la sua presenza nel sistema portuale italiano come conferma Renato Marconi, ingegnere fondatore e amministratore unico della società, pur nella consapevolezza che il 2020 sarà un anno molto critico,”con la situazione per l’intera filiera che si dibatte fra una prospettiva moderatamente negativa e una addirittura drammatica” e il cui futuro dipenderà in gran parte dal “fondamentale l’ausilio che potrà dare lo Stato alle nostre imprese e non solo con la concessione di crediti che, al momento e con queste prospettive, nessuno sarà mai in grado di restituire”. Un Governo al quale Renato Marconi avanza precise richieste: “Libertà di movimento ai diportisti, proroga concessioni e annullamento rate 2020 e 2021″. Iniziamo dalla prima: permettere la libera pratica nautica dei diportisti. “Secondo noi, e molti altri del settore, il Governo dovrà tenere conto nella Fase 2 delle peculiarità del diporto che garantisce un sostanziale isolamento in barca di piccoli nuclei di persone, a prevalenza familiare, proprio come accade oggi nelle abitazioni abituali. Ritengo che la pratica nautica debba essere pertanto completamente liberalizzata”, spiega l’uomo al timone di Marinedi Group, aggiungendo, per quanto riguarda la proroga delle concessioni e l’annullamento del pagamento 2020 e 2021 che per “la salvezza di un comparto, quello turistico balneare, che interessa non solo le marine ma migliaia di operatori balneari con una complessiva ricaduta su centinaia di migliaia di lavoratori annuali e stagionali oltreché su una miriade di artigiani e piccole imprese”, occorre “la definitiva e chiara proroga delle concessioni demaniali per almeno gli anni , 13 . previsti nei recenti provvedimenti”bSenza dimenticare, da ultimo, ” quale contributo economico dello Stato, diretto e visibile, l’annullamento del pagamento delle concessioni 2020 e 2021 con la parallela possibilità di pagare il 2019 nell’arco del triennio 2019-2021”. Richieste fatte in parallelo a d alcune riflessioni. In particolare sul lavoro nei porti gestiti dal Gruppo Marine di che ha subito uno stop. “Le nostre imprese non hanno subìto la sospensione delle attività in quanto appartenenti alla filiera dei trasporti (Codice Ateco 52.22.09), ma l’impossibilità per i clienti di entrare nei marina, sia da terra sia dal mare, ha bloccato l’avvio della stagione che avviene tipicamente a partire dalla Pasqua”. Con inevitabili le conseguenze negative: “Oggi nei marina si svolgono le abituali attività di sorveglianza e controllo degli ormeggi e le manutenzioni dell’infrastruttura. Altro non si può fare. Per tale ragione è iniziato quasi ovunque il ricorso alla cassa integrazione soprattutto per il personale d’ufficio”. Ma come affrontare la Fase 2 e quali sono le previsioni per la prossima stagione estiva? “Difficile fare pronostici non conoscendo tempi e modalità di questa seconda fase”, risponde il fondatore del Gruppo Marinedi. “Nel nostro Gruppo abbiamo esaminato diversi scenari con riaperture parziali o totali a partire da giugno, luglio o agosto. L’incidenza ovviamente varia a seconda della tipologia di marina, sia esso più stanziale o più legato al solo transito di breve-medio periodo delle imbarcazioni”. Cambi di intensità, ma con ogni scenario che contempla comunque perdite rispetto ai fatturati dello scorso anno. “Un calo del 10-15 per cento in caso di riapertura al 1 giugno per i marina stanziali, al 60-70 per cento in caso di riapertura dei flussi turistici al 1 settembre per i marina più dedicati al transito di medio- breve periodo. Visto che tradizionalmente ormai per la nautica da diporto i margini di profitto sono abbastanza risicati si può ben immaginare che la prospettiva per il 2020 è decisamente negativa”. Con una gran parte delle aziende dunque a rischio senza un provvedimento statale, con un intervento complessivo, che l’amministratore del Gruppo Marinedi : definisce fondamentale per “salvare il settore e dare nuova linfa e speranza all’intera nazione garantendo vacanze e serenità a tutti i cittadini. Diversamente il tasso di default delle aziende supererà il 60 per cento e la situazione produrrà danni economici incalcolabili”.
pubblicato il 2 Maggio 2020 da admin | in | tag: diportisti, dove tenere la barca in Italia, gestione dei porti turistici, marina in Italia, Marinedi Group, porti turistici, Renato Marconi, servizi ai diportisti | commenti: 0