Una “mappa” realistica, capace di indicare, per ogni tipo di nave, le “rotte” da seguire per ridurre sempre più l’inquinamento nel settore marittimo, responsabile oggi di circa il 3 per cento delle emissioni globali di CO2, minimizzando contemporaneamente incertezze e rischi per gli investitori e fornendo soluzioni percorribili ed economicamente efficienti per l’intera industria. A tracciarla è lo studio sulla decarbonizzazione del trasporto marittimo realizzato dai responsabili di Fincantieri, Eni e Rina con il supporto di Bain & Company e presentato a Roma nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Un’analisi, dal titolo L’Outlook sul trasporto marittimo sostenibile, “che adottando un approccio olistico offre per la prima volta una panoramica globale delle opzioni percorribili per ciascun segmento di naviglio nelle diverse regioni del mondo, combinando inoltre una valutazione dei volumi con un’analisi integrata dei costi per gli armatori e degli investimenti che il comparto logistico e portuale richiede” come si legge in un comunicato diffuso per illustrare l’iniziativa realizzata dai responsabili del gruppo cantieristico italiano, dell’ azienda globale dell’energia, e dal gruppo multinazionale di consulenza ingegneristica, certificazione e ispezione che rappresenta un “nuovo capitolo” della “storia” che Fincantieri Eni e Rina hanno iniziato a scrivere con l’accordo siglato il 25 marzo 2024 e finalizzato proprio “allo sviluppo di un osservatorio su scala globale sulle prospettive di evoluzione delle soluzioni di decarbonizzazione sostenibili per il settore nel medio-lungo periodo”. Partendo da alcuni punti fermi. Come, per esempio, il fatto che “i vettori energetici in grado di ridurre, nel breve termine, le emissioni di Co2 sono principalmente il Gnl (gas naturale liquefatto), prodotto fossile a minore intensità carbonica, che comporta tuttavia investimenti infrastrutturali di deposito, stoccaggio e rifornimento nei porti, e i biofuel, con l’ Hvo, utilizzabile anche in purezza e senza necessità di investimenti infrastrutturali, e Fame, con invece significative limitazioni all’utilizzo in purezza. Biocarburanti che nel lungo termine, anche grazie all’ingresso di BioGnl e Biometanolo”, prosegue l’analisi, “continueranno a essere la soluzione prevalente del segmento mercantile., e con i carburanti sintetici prodotti da idrogeno verde e l’idrogeno stesso, per determinati casi d’uso (per esempio crociere di bassa e media potenza), che potranno assumere un ruolo crescente grazie al progressivo aumento di competitività e sviluppo della supply chain”. “La decarbonizzazione del trasporto marittimo è una sfida che richiede visione industriale e capacità di trasformare l’innovazione in soluzioni concrete e questo studio sul trasporto marittimo sostenibile rappresenta un passo strategico in questa direzione”, ha commentato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, “un’analisi integrata fondata su dati e scenari reali e sviluppata con il contributo di attori leader nei rispettivi settori. Da qui, la volontà di costituire un osservatorio su scala globale che rafforzi il nostro impegno nel guidare la transizione verso una riduzione dell’impatto ambientale, assicurando valore e competitività lungo l’intero ciclo di vita della nave. Fincantieri, inoltre, con l’obiettivo Nave Net Zero al 2035, punta ad anticipare il futuro, guidando il cambiamento e integrando tecnologia e sostenibilità per garantire competitività”. “Un anno fa ci eravamo impegnati con Fincantieri e Rina a sviluppare un Osservatorio su scala globale sulle prospettive di evoluzione delle soluzioni di decarbonizzazione sostenibili per il settore marittimo. Da questo studio, frutto dell’unione di competenze, risorse e tecnologie tra player del settore, è emerso oggi un quadro chiaro, in grado di fornire indicazioni utili per elaborare e concretizzare iniziative importanti per la decarbonizzazione del trasporto navale nei diversi ambiti e tenendo conto degli impatti in tutti i componenti della filiera”, ha aggiunto Giuseppe Ricci, direttore operativo trasformazione industriale di Eni, rimarcando una volta di più il fatto che “come sostenuto anche a livello comunitario sia oramai condiviso che i biocarburanti, in particolare quelli già disponibili e utilizzabili in purezza come l’Hvo, sono attualmente tra le migliori soluzioni adottabili per ridurre le emissioni Ghg anche del comparto marittimo”. Infine Carlo Luzzatto, amministratore delegato e direttore generale di Rina ha puntato l’attenzione sul trasferimento di competenze “autentico fattore chiave per accelerare la transizione energetica. La nostra capacità di mettere a fattor comune know-how ed esperienze maturate in settori diversi – come l’energia e il navale, che presidiamo da tempo – ci permette di sviluppare soluzioni efficaci per la decarbonizzazione. Sinergie come questa con Eni e Fincantieri sono fondamentali per trasformare l’innovazione in soluzioni concrete, generando benefici per tutti gli attori della filiera dello shipping e dei trasporti”. Un “gioco di squadra”, in cui l’unione non solo fa la forza ma disegna anche una importantissima rotta per il futuro del pianeta, la cui importanza è stata evidenziata anche da Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain & Company, assolutamente certo che “gli operatori del settore e gli investitori abbiano bisogno di una visione chiara per orientare le scelte tecnologiche e gli investimenti: una visione resa possibile proprio da questa prima edizione dell’Osservatorio con la quale abbiamo fornito uno strumento utile per interpretare l’evoluzione del fuel mix nel breve e nel lungo termine. A partire dal 2040 entreranno progressivamente in uso nuove soluzioni – su rotte e casi d’uso specifici – che si affiancheranno a biocarburanti e Lng, il quale però dovrà derivare da fonti bio. È quindi fondamentale sviluppare una roadmap per adeguare il sistema portuale italiano, così da mantenerlo competitivo e centrale nelle future rotte marittime a basse emissioni. Stimiamo che, entro il 2050, saranno necessari circa 24 miliardi di euro di investimenti per l’intero sistema portuale europeo: una parte significativa di questa spesa rappresenta una concreta opportunità di business per la filiera italiana”.
pubblicato il 1 Aprile 2025 da admin | in | tag: Carlo Luzzatto, Eni, Fincantieri, Gilberto Pichetto Fratin, Giuseppe Ricci, la mappa per un mare più pulito, Pierroberto Folgiero, Rina, rotte per pulire il mare | commenti: 0