Il mare come non lo avete mai visto

Articoli presenti nella categoria 'Storie'

L’isola che non c’è è esistita davvero
ma è vissuta solamente cinque mesi

Il 22 giugno 1831 i siciliani avvertirono uno strano tremore della terra, poi ripetutosi anche nei giorni successivi: da Trapani a Palermo fu un susseguirsi di piccoli terremoti che a Sciacca aprirono crepe nei muri delle case e causarono la caduta di tegole e calcinacci. Il 28 di quel mese, il capitano della nave inglese Rapid segnalò di aver visto un misterioso “fuoco lontano, in mezzo al mare”; cinque giorni più tardi, alla Secca del Corallo – oggi nota come Banco Graham – il mare prese a ribollire, mentre alcuni pescatori che stavano raccogliendo una gran quantità di pesci venuti a galla, svennero per le esalazioni. Il 5 luglio si avvertirono forti scosse sismiche a Marsala e appena due giorni dopo il comandante della nave Gustavo, Francesco Trifiletti, fu il primo a vedere la nuova isola sorta dal mare, mentre “sputava in cielo cenere e lapilli”. La completa emersione avvenne tra il 16 e il 18 luglio. Situata circa 16 miglia a sud-ovest di Sciacca,

pubblicato il 22 Settembre 2025 da | in Storie | commenti: 0
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Navi faro, se migliaia d’imbarcazioni
sono sfuggite al naufragio il merito è loro

Quando nel giugno 1989 il “bateau-feu” (nave faro) Sandettie ritorna nel porto di Dunkerque, il terzo per importanza dei traffici marittimi francesi, è accolto dalla popolazione come un eroe. Sui moli e in città si rende omaggio alla nave che per 41 anni ha prestato servizio sui banchi di sabbia più pericolosi della Manica. Il 1989 è l’anno del bicentenario della Rivoluzione ma è anche l’anno che segna la fine di un secolo e mezzo di vita e avventure dei “bateaux-feu”, le navi faro francesi.

pubblicato il 22 Settembre 2025 da | in Fari, Storie | tag: banchi di sabbia, bateau-feu, Jacopo Brancati, light-ship, nave faro Sandettie | commenti: 0
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Tonnara di Favignana, qui pescate
le più incredibili storie di mare

L’ex stabilimento Florio di Favignana, un gioiello di archeologia industriale, non solo era il luogo dove venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza, ma era anche una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviere del tonno e rappresentò anche la storia della famiglia Florio. Il complesso, grazie alla sua architettura con grandi archi e i soffitti altissimi, ricorda le cattedrali.

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Libreria Mare di carta, immergersi nella
lettura non è solo un modo di dire

“Quando si varca l’arco d’ingresso al tempio dei sogni, lì, proprio lì, c’è il mare”, ha scritto Luis Sepulveda, autore cileno diventato celebre in tutto il mondo grazie a capolavori come “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, “Diario di un killer sentimentale”, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Per scoprire un mare di carta, destinato a far salpare gli amanti della lettura a bordo della più straordinaria nave dei sogni che si possa immaginare, basta varcare invece l’ingresso di una libreria di Venezia che la titolare, Cristina Giussani, ha chiamato proprio “Mare di carta”. Nome scelto,

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Il viaggio sul veliero che cambiò
la vita di Benjamin Franklin

Benjamin Franklin, il padre della futura Confederazione degli Stati Uniti, aveva 17 anni quando salì per la prima volta a bordo di un veliero, in rotta da New York a Filadelfia, in cerca di lavoro. Fu un viaggio che cambiò la sua vita: appena sbarcato dalla nave, lo vide Deborah Read, bagnato dalla testa ai piedi,  così “scarmigliato e sudicio” che mai avrebbe pensato di sposarlo, come invece avvenne sette anni dopo; trovò anche lavoro come apprendista stampatore e gli rimase nel cuore quella breve ma intensa esperienza sul mare. Benjamin si dimostrò subito tagliato per il suo nuovo lavoro, al punto che il Governatore della Pennsylvania promise di aiutarlo se, vista la sua esperienza marinara, si fosse recato in Inghilterra ad acquistare nuovi caratteri e attrezzature per la stampa.

pubblicato il 1 Settembre 2025 da | in Personaggi, Storie | tag: Benjamin Franklin | commenti: 1
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Lo skipper diventa fotografo? Solo lui
vedrà immagini che altri non coglieranno

Un passato come skipper e insegnante di vela professionista e un presente da apprezzatissimo fotografo, capace di raccontare il mare e le barche come pochissimi altri al mondo. Come può faro solo chi ha amato guardare le barche, le onde, il vento  prima con lo sguardo del navigatore e poi del fotografo. E’ questo il “ritratto” di  James Robinson Taylor, voce brillante e caratteristico accento toscano (nonostante le sue radici vadano ricercate nel New England) e occhio che sembra scrutare ogni soggetto oltre quello che appare. Taylor ha portato con sé  in Italia le sue due grandi passioni: il mare e la fotografia.

pubblicato il 22 Luglio 2025 da | in Storie | tag: Alan Villiers, Irving Johnson, James Robinson Taylor | commenti: 0
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La corderia a cui si aggrappò il Re Sole
per risollevare le sorti della Marina

Quando il 9 marzo 1661 il cardinale Mazzarino rese l’anima a Dio, Luigi XIV poté finalmente assumere il governo del Paese. Il giovane monarca, che aveva ereditato il regno all’età di cinque anni e che era rimasto sotto tutela della madre e ancor più del potente primo ministro per diciotto anni, dimostrò fin dai suoi primi atti di avere la tempra del grande statista. Aveva idee grandiose e le mise subito in atto. Una delle sue prime preoccupazioni fu di ricostituire una potenza navale in grado di competere con l’eterno nemico inglese. Della potente flotta creata da Richelieu, non rimanevano che venti navigli e di questi solo due o tre erano in grado di prendere dignitosamente il mare. Luigi affidò al suo nuovo primo ministro Jean Baptiste Colbert, il compito di risollevare le sorti della Marina. La prima cosa da fare

pubblicato il 14 Luglio 2025 da | in Musei nel mondo, Storie | tag: Corderie Royale, Francois Blondel, Riccardo Magrini, Rochefort-sur-Charente | commenti: 0
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Isole Lofoten, impossibile trovare
altrove uno stoccafisso così

Svolvær è il capoluogo delle isole Lofoten, arcipelago norvegese a nord del Circolo Polare Artico, che, a dispetto della posizione, gode di un clima temperato (per così dire) grazie al passaggio della Corrente del Golfo. Il luogo è affascinante di per sé: una quantità di isolotti collegati fra loro da una serie di ponti offrono, in estate, un paesaggio quasi bucolico, tutto pascoli, monti e insenature punteggiate da casette colorate, mentre in inverno, coperti di neve, sono uno dei panorami più struggenti che possa capitare di vedere. Così le avrà viste anche Pietro Quercini che nel 1431 vi fece naufragio. Fu salvato dai vichinghi che vivevano sull’isola di Røst, insieme a Værøy la più meridionale e isolata fra tutte. L’italiano rimase a lungo sulle isole riuscendo a carpire i segreti di quella gente, compresa la tecnica di seccare i merluzzi rendendoli duri come pezzi di legno e inattaccabili dalla muffa, gli stockfisk (stoccafisso). Tornato in patria convinse Venezia a intraprendere un commercio di stoccafissi in cambio di sale, introvabile a quei tempi da quelle parti.

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Vasco da Gama, Colombo, Diaz:
un navigatore cinese li anticipò?

Nei primi decenni del XVI secolo l’Europa si sentiva padrona del mondo. La strepitosa stagione delle scoperte geografiche, che nel giro di trent’anni aveva ridisegnato il globo, le aveva dato l’assoluta certezza di essere al centro della Terra. E poiché la Terra era al centro del mondo, l’Europa si poteva ben considerare il cuore dell’Universo. Una forma assoluta di miopia egoistica e presuntuosa le impediva di guardare oltre i propri confini e di immaginare che potessero esistere altre potenze altrettanto, se non più, ricche e progredite. Eppure, agli inizi del ‘500, la Cina aveva già solcato gli oceani da quasi cent’anni e si era spinta fin dove nessuno, fino ad allora, aveva mai osato avventurarsi. L’Età dell’oro delle grandi spedizioni marittime cinesi coincise con l’avvento della dinastia Ming e porta la “firma” di un nome leggendario nell’arte della navigazione cinese, autore di imprese che lo legittimano, senza alcun dubbio, a sedersi accanto ai grandi navigatori nostrani come Colombo, Magellano, Vespucci, Vasco da Gama, Cook. L’ammiraglio per eccellenza, il Grande eunuco, l’Eunuco dei tre gioielli (questo per via di un piccolo scrigno che portava sempre con sé legato alla cintura, contenente le reliquie della sua ormai perduta virilità) era Cheng Ho.

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Luigi Rizzo, storia di un mito emerso
da un mare di imprese eroiche

Se scrivere di una persona vivente, nel bene e nel male, è possibile anche se imbarazzante, scrivere di un eroe del passato quale Luigi Rizzo, Collega ma con la C maiuscola, è impresa non solo ardua ma anche difficile perché è sempre presente il rischio di incorrere nella retorica, di essere ripetitivi fino al punto di mancare le aggettivazioni giuste. Forse per queste ragioni Luigi Rizzo non ha goduto, come altre eminenti personalità del passato, di una documentata e seria vita storica e forse perché l’Italia, Paese pronto a riconoscere e incensare gli eroi di qualsivoglia nazionalità, è poco gene- roso verso i propri pur essendo sempre operazione rischiosa “riesumare” una personalità del passato per riproporne la presentazione ai giorni attuali.

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Il corsaro che mise in scacco
le navi dell’Intesa nei mari dell’est

Oceano Indiano, Isole Cocos, sperduto protettorato britannico a metà strada tra l’Australia e l’isola di Ceylon. 9 novembre 1914, ore 6 e 20 del mattino. I marconisti a bordo di diverse unità da guerra e mercantili dell’Intesa, che incrociano in quelle acque, intercettano segnali in un codice sconosciuto. Pochi istanti dopo giunge una richiesta dalla stazione radio britannica situata nel solitario arcipelago: “Cos’è questo codice?”. Ancora non lo sanno, ma gli operatori radio hanno captato una comunicazione criptata inviata dall’incrociatore leggero SMS Emden, della marina imperiale tedesca, alla nave carboniera di appoggio Buresk; l’ordine è di raggiungere la nave da battaglia nel piccolo porto di Point Refuge, dove dovrà avvenire il rifornimento di carburante. 

pubblicato il 16 Maggio 2025 da | in Personaggi, Storie | tag: corsari, Fabio Bourbon, incrociatore Sydney, isole Cocos, Karl von Müller, SMS emden | commenti: 0
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Costa degli schiavi, sbarco
al mercato di carne umana

Le piroghe dei pescatori lasciano la spiaggia sotto la spinta possente dei remi. I rematori lanciano le imbarcazioni il più velocemente possibile per superare la risacca creata dalle forti correnti atlantiche. Raggiunta la sommità dell’onda, le sottili imbarcazioni si impennano con la prua verso il cielo e i pescatori urlano spostandosi ritmicamente per evitare il capovolgimento. Vista dagli spalti del castello di Senya Beraku, una delle innumerevoli fortezze costruite dalle potenze europee sulle coste del Golfo di Guinea tra il XV e il XVIII secolo, la scena sembra senza tempo. Ci si sente immediatamente dentro le pagine di un romanzo di Joseph Conrad, parte di quella stessa trama che porta il personaggio autobiografico di Marlow verso il “cuore di tenebra” del misterioso Continente Nero: “Alle pagaie stavano dei negri. Di lontano si vedeva brillare il bianco dei loro occhi. Gridavano, cantavano; i corpi grondanti sudore; quella gente aveva facce come maschere grottesche; ma aveva ossa, muscoli, una vitalità selvaggia, un’intensa energia nel movimento, naturale e autentica come la risacca lungo la loro costa… Era un gran conforto stare a guardarli”.

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