Il mare come non lo avete mai visto

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Sette tonnellate d’oro ripescate in fondo
al mare. Così l’Artiglio divenne leggenda

Sulla terraferma e in cielo l’artiglio viene  utilizzato dai mammiferi e dagli uccelli per catturare una preda e tenerla ben salda. In mare l’Artiglio è stato utilizzato per catturare, in fondo al mare, e riportare a galla, tenendolo ben saldo, un antico tesoro inabissatosi. Ma in mare un Artiglio ha anche ghermito le vite di alcuni membri dell’equipaggio…  Quella dell’Artiglio, ex peschereccio inglese di 300 tonnellate, acquistato dalla So.Ri.Ma. (Società recuperi marittimi) di Genova per essere impiegato nel recupero in mare di relitti a grandi profondità, è una storia di un successo straordinario e allo stesso tempo di una terribile tragedia.

pubblicato il 1 Aprile 2024 da | in | tag: Artiglio, Egypt, Florence, Lloyd, Percy Mackinnon, Saint-Nazaire, So.Ri.Ma | commenti: 0
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Chi trova un relitto trova un tesoro?
Trovarlo è un conto, tenerlo un altro

In Italia i tesori sommersi li conosciamo soprattutto per i libri di Emilio Salgari. Le avventure del Corsaro Nero e dei pirati della Malesia hanno infati rappresentato per molti di noi e per diverse generazioni una irresistibile attrazione. Più recentemente le avventure dei pirati dei Caraibi, con uno straordinario Johnny Deep, hanno nuovamente avvicinato molte persone a quel mondo e ai tesori nascosti. La loro individuazione è però molto complessa e necessita di approfondite ricerche storiche, mezzi tecnici e, soprattutto, disponibilità finanziarie rilevanti. Molto importante e famosa quella avvenuta nel 1971, dopo anni di ricerche, del galeone spagnolo Nuestra Señora de Atocha,

pubblicato il 1 Aprile 2024 da | in I grandi relitti, Storie | tag: Cassirer, Gairsoppa, HMS Victory, Nuestra Senora de las Mercedes, Odissey Marine, tesori | commenti: 0
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Abitare in mezzo al mare? Ecco le case
faro costruite come moderne palafitte

Chi avesse la ventura di navigare per la prima volta sulle torpide acque della baia di Chesapeake, magari nelle prime ore di una mattina brumosa, potrebbe all’improvviso trovarsi davanti a uno spettacolo sconcertante. Una deliziosa casetta bianca in legno, dalla curiosa pianta esagonale, coperta da un tetto rosso brillante e una bella chiostra di abbaini, si erge tra le onde come se fosse la cosa più naturale al mondo. La sensazione di stranimento è ancora più intensa durante le alte maree, quando le acque solitamente placide della profonda insenatura nascondono alla vista i macigni accatastati come protezione ai piedi del bizzarro edificio. In effetti, a uno sguardo più attento questo si palesa ben presto per quello che è, ossia un faro, ma di un tipo davvero particolare. Il suo nome, Thomas Point Shoal Light, lo deve all’insidiosa secca la cui presenza sta a segnalare non solo con una brillante luce intermittente, ma anche con una potente sirena antinebbia. Ci troviamo lungo le frastagliate coste interne

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L’agonia della nave imprigionata
e stritolata dai ghiacci dell’Antartide

Le immagini sono il miglior supporto per documentare i viaggi, specialmente quelli per mare. La storia delle grandi esplorazioni, realizzate soprattutto all’inizio del Novecento, era supportata da documenti scritti mentre era molto più carente di immagini. Le difficoltà tecniche e le dimensioni delle apparecchiature fotografiche rendevano molto difficile documentare adeguatamente i viaggi. Se parliamo poi di esplorazioni polari dobbiamo aggiungere, alle normali problematiche, le difficoltà ambientali dovute all’umidità, al freddo e all’ambiente marino. Il libro Schackleton in Antartide rappresenta invece una straordinaria eccezione.

pubblicato il 13 Febbraio 2024 da | in Personaggi, Storie | tag: Frank Hurley, Riccardo Sassoli, Schackleton in Antartide, tragedia dell’Endurance | commenti: 3
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Viaggi in nave da incubo. Quello vissuto
da Charles Dickens è tutto da leggere

Fra i numerosissimi racconti di Charles Dickens ce n’è uno, meno noto di molti altri, in cui l’autore di David Copperfield e de Le avventure di Oliver Twist  (ma anche de Il naufragio della Golden Mary) ci racconta la sua traversata da Liverpool ad Halifax e Boston e ritorno, inserita nel suo libro Note Americane.  La nave è il Britannia, un vapore in legno di 1200 tonnellate mosso da pale laterali e dotato anche di ampia velatura, come era in uso all’epoca. Il proprietario della nave poteva ben essere orgoglioso del Britannia, concepita con criteri di lusso e di robustezza, dotata di cabine a due/tre posti con divano, stipetto e lavabo personale.

pubblicato il 28 Gennaio 2024 da | in Personaggi, Storie | tag: Charles Dickens, Giorgio Grosso, Il naufragio della Golden Mary, racconti di viaggio | commenti: 0
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Maltese Falcon, il varo che ha
riscritto la storia della vela

Il Falco ha volato alto. Su tutto il Mediterraneo, al di là degli oceani. Non poteva essere altrimenti. Nonostante il tradizionale riserbo di Perini, che ama fare cose grandi con piccolo rumore, il varo del Maltese Falcon, l’evento nautico del 2006, ha stupito il mondo. Il cantiere viareggino è famoso per i suoi grandi velieri supertecnologici, ma il Maltese Falcon, il megayacht di cui stiamo parlando, ha superato ogni immaginazione. È apparso improvvisamente nel panorama quasi immobile della vela internazionale e l’ha sconvolto.

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Bombola d’oro, il trofeo che ha fatto vincere
il titolo di capitale dei dinghy a Portofino

Una sera d’autunno del 1994 a Portofino, borgo storico che ha saputo conservare intatto il  suo cuore marinaro e la sua anima antica e autentica, difendendoli dall’assalto del  lusso e dell’esclusività, delle tentazioni consumistiche, dalle mode dettate dai vip…  Attorno a un tavolo  sono seduti alcuni amici, legati da una profonda passione per il  mare e per la vela. Sono Roberto Sestini, presidente della Siad (Società italiana acetilene e derivati), Giorgio Falk, signore dell’acciaio, Paolino e Pinuccio Viacava,  titolari della Taverna del marinaio e Giordano Zucchi, fondatore con i fratelli del gruppo tessile

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Il rompighiaccio che vi fa navigare
fra le distese gelate di 110 anni fa…

In inverno il Mare Baltico si copre di una spessa banchisa che può raggiungere un metro di spessore e impedire così la navigazione. Il rompighiaccio Tarmo, costruito nel 1907 nei cantieri inglesi di Newcastle on Tyne per conto dell’amministrazione marittima finlandese, aveva il compito di tenere aperte alla navigazione le vie marittime dei principali porti del sud del Paese, Hanko e Turku, da cui l’economia nazionale dipende fortemente. Con un propulsore a prua e uno a poppa, Tarmo è un rompighiaccio di tipo americano: i due rispettivi motori a tripla espansione, alimentati da cinque caldaie a vapore, sviluppano una potenza di 3850 cavalli. Lo scafo, affilato a prua e a poppa secondo il design dell’epoca, è in acciaio il cui spessore, sommato a quello delle placche di protezione poste a prua e a poppa, arriva sino a cinque centimetri. Il lavoro e la vita a bordo dell’equipaggio, composto da una quarantina di persone, erano organizzati su tre livelli: il weather-deck (ponte esterno), il tweendeck (interponte) e le due sale macchine e caldaie. Sul ponte esterno è situato il ponte di comando completamente esposto alle intemperie: il comandante e i marinai di coperta si proteggevano dal freddo e dalla neve

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Canots automobiles, il primo GP nautico
è stato disputato sul “circuito” della Senna

Due anni dopo la Paris–Rouen, prima gara della storia automobilistica, il Cercle de Voile de Paris organizzò sulla Senna, nel bacino di Meulan, la prima corsa di canots automobiles, cioè di barche a motore. Era il 14 maggio 1896 e questa data può essere considerata l’inizio ufficiale dello sport motonautico, anche se si ha notizia di qualche precedente manifestazione agonistica, come per esempio ad Harfleur, nell’estuario della Senna, nel 1892 e di un’altra a Nizza nel 1894, ma in questo caso si trattava di canots à bossoir, cioè di barche di servizio degli yacht ancorati in Costa Azzurra. In questo periodo, scarsamente documentato, l’unica cosa certa è che la culla in cui crebbe e si sviluppò l’attività agonistica motonautica fu la Francia. Per la cronaca, alla gara di Meulan parteciparono otto imbarcazioni che furono divise in due classi, secondo la loro lunghezza e vincitore assoluto risultò – ironia della sorte – l’unica barca con motore a vapore presente.

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Maestro d’ascia, un mestiere antico capace
di trasmettere ai giovani emozioni profonde

Mestieri legati al mare, lavoratori che  “sul  mare” hanno costruito la propria attività professionale, che  con l’acqua salata (ma anche con il legno degli scafi e con altri “ingredienti”della nautica,  hanno “condito” una passione che in molti casi è diventata  espressione del miglior Made in Italy, di un artigianato che ha radici  profonde nel passato, di autentica arte.  È a loro che mareonline offre l’opportunità di “raccontarsi”. Opportunità raccolta da Giovanni Da Ponte,  “maestro d’ascia” con il sogno di poter un giorno insegnare  a molti giovani  per trasmettere loro la passione per un lavoro capace di regalare un mare di emozioni. Magari allontanandoli dal mare di Internet sempre più popolato da ragazzi e ragazze che sognano un futuro da influencer, da un “lavoro virtuale” che non “potrà mai date le emozioni e le soddisfazioni” che può offrire costruire con le proprie mani uno scafo. Possibilmente spinto da elettricità pulita, come ha fatto lui. Ecco il suo racconto.

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Agenzia marittima Lardon & C,
140 anni vissuti sulla cresta dell’onda

Tutti abbiamo le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro e si chiamano ricordi, altre ci portano avanti e si chiamano sogni. La frase, pronunciata da un celebre attore, Jeremy Irons, sembra fatta apposta per riassumere una storia imprenditoriale che potrebbe tranquillamente diventare un copione per un film: la storia dell’Agenzia marittima Lardon & C. s.r.l., con sede alla Spezia, dove le due macchine del tempo funzionano senza interruzione da ben 140 anni.

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Sei sommozzatori contro un’intera flotta:
storia dell’incursione diventata leggenda

Il comandante Emilio Bianchi si è imbarcato per la sua ultima, definitiva, missione a 103 anni ed era l’ultimo ancora in vita dei sei incursori subacquei della Regia Marina che la notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941 compirono una delle più sbalorditive imprese nella storia della guerra in mare: la forzatura del porto di Alessandria d’Egitto e l’affondamento delle maggiori navi da battaglia inglesi nel Mediterraneo. La missione, concepita come una sorta di rivincita per il catastrofico bombardamento subito dalla Regia Flotta nella famigerata Notte di Taranto, nel novembre 1940, era stata accuratamente pianificata dalla Xª Flottiglia MAS comandata da Junio Valerio Borghese.

pubblicato il 23 Marzo 2023 da | in Personaggi | tag: Junio Valerio Borghese, Maiali, Mas, Notte di Taranto, sommergibile Scirè | commenti: 0
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