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Le modelle più fotogeniche in mare?
Sono le imbarcazioni d’epoca…

“Qualche anno fa non sapevo nemmeno che in regata le barche partono col vento in prua”. Franco sorride perché adesso invece non solo ha imparato che le barche partono prua al vento, ma ha imparato anche un sacco di altre cose sul mare e le barche. Franco Nonnoi è piccolo, ha molti capelli di un biondo bruciato. Colpa del sole. Ha gli occhi che ridono e non sta mai fermo. “Non sono un sardo ‘cinghiale’, sono positivo. E questo mi ha fatto passare per tante porte”. Pare un ragazzino e fa il fotografo, il fotografo di mare soprattutto. Un bravo fotografo, uno capace di catturare gli attimi e i giochi della luce, di fermare la fatica e l’orgoglio di chi va per mare, di trovare l’onda giusta per fare di una foto una cosa speciale, diversa. “Fino a qualche anno fa ero solo un antiquario, con bottega a Porto Rotondo. Ma con la macchina fotografica ci convivevo da sempre: avevo cominciato da ragazzo nei villaggi turistici. Quattrocento foto al giorno formato famiglia. Poi qualcosa per i giornali, cronaca locale soprattutto. Ma la torta era proprio piccola. Quindi per quattro anni sono emigrato in Inghilterra. La solita trafila di tutti: barman, pony express, e naturalmente fotografo. Avevo 25 anni.

Nel negozio d’antiquariato a Porto Rotondo vendeva macchine fotografiche d’epoca…

Quando sono tornato in Sardegna mi sono inventato un mestiere: antiquario specializzato in argenti antichi e macchine fotografiche d’epoca. E, soprattutto, ho imparato l’inglese molto bene. La prima macchina, una Leica, l’ho comprata a Portobello road. Andavo su e giù con l’Inghilterra: lassù compravo, qui vendevo. Ogni tanto però pigliavo lo zaino, le macchine e partivo: tre mesi in Australia, Antartide, India, Sud America. Sempre da solo. Anzi in due: io e la mia Nikon FM2. Hemingway mi ha accompagnato per molti di quei viaggi e in tanti sogni. Ma anche Thor Heyerdal e Albert Schweitzer”. Il negozio di Porto Rotondo, ogni volta che ci tornava gli pareva sempre più stretto: “Cominciavo ad essere stanco di aspettare la gente, di quel comprare e vendere”. Così le fughe erano sempre più frequenti, e sempre naturalmente con la Nikon appresso. Fino a quando Franco fotografa dal gommone un incendio che divora le colline della Costa Smeralda.

Lo scatto che ha cambiato tutto?  Berlusconi e Putin su un gozzo nel golfo di Marinella….

“Con quella foto ho vinto il premio Chia”. E subito dopo uno scoop da paparazzo, la foto di Silvio Berlusconi assieme a Vladimir Putin, su un gozzo nel golfo di Marinella. Una foto che aveva fatto il giro del mondo. “Berlusconi è sempre stato gentile con me, e lo è ancora quando mi incontra. Prima veniva a curiosare nel mio negozio ogni volta che passava per Porto Rotondo, ora continua a chiedermi come va il mio nuovo lavoro”. La foto dell’incendio in spiaggia e lo scoop su Berlusconi sono due scossoni che danno l’ultima spallata alla carriera di antiquario. Era ora di cambiare. “Mi sarebbe piaciuto lavorare in mare, mi ero detto, anche se fino a quel momento ero andato in barca solo come turista”. Il Nanni, che mette le boe per le regate dello Yacht Club e fa scuola vela con gli Optmist ai ragazzini di Porto Rotondo, era stato il suo primo maestro.

Molti suoi scatti arredano le sale dello Yacht Club Porto Rotondo

E il suo primo fan era Giambattista Borea d’Olmo, presidente dello Yacht Club Porto Rotondo. Non a caso molte foto di Franco fanno ora bella mostra di sé nei levigati saloni dello Yacht Club, straordinario edificio di bostoniana eleganza. “Questa scattala verticale, mi diceva il Nanni. Oppure guarda quella luce, fermala”. In mare aveva incontrato i grandi fotografi, quelli che fanno foto di barche da sempre. “Franco Pace è molto ‘fotografo’, potrebbe fotografare qualunque cosa, anche fuori dalla vela. Ma Carlo Borlenghi è il più completo. È stato molto gentile con me, molto paterno. Quello che più mi ha colpito di questi fotografi è che sono tutti molto modesti, nonostante il nome che hanno. Dei grandi maestri, la luce di Ansel Adams e il colpo d’occhio di Robert Capa”.

Il marrone del legno delle barche, l’azzurro del mare sono splendidi anche in … bianco e nero

Fra tutte, Franco preferisce fotografare le barche d’epoca. “Sono più fotogeniche, impossibile negarlo. Con loro cerco luci e inquadrature particolari, a volte uso anche il bianco e nero”. E gli piace anche fotografare le barche in porto, accarezzando con l’obbiettivo i dettagli, le mani che mettono in ordine una cima, un timone, gli ottoni lucidi. Ma anche i volti, giovani o vecchi, di chi su quelle barche naviga. Due anni fa ha chiuso bottega e riconsegnato la licenza di antiquario. “E’ stato anche per via della nascita di Nicolò, mio figlio: non volevo che conoscesse il suo papà in un negozio di roba antica. Certo, economicamente è tutto più difficile, adesso”. Non è un “sardo cinghiale”, Franco. Ma di sicuro non è nemmeno un tipo tranquillo. Nel marzo del 2003 scoppia la guerra in Iraq, e lui vola in Israele. “Avevo pensato che tutti i giornalisti sarebbero andati in Iraq per la guerra e che dunque ci sarebbe stato campo libero per fare qualche buona foto. Arrivo e alla città vecchia trovo una guida turistica disoccupata, perché non c’erano nemmeno più turisti. Portami da Arafat, gli dico. Andiamo a Ramallah e gli faccio la posta per due giorni davanti alla Muqata, il palazzone del governo palestinese. Poi una sera vedo uscire un suo collaboratore.

Le foto ad Arafat? Sono state scattate grazie a una bottiglia di Cannonau…

Mi avvicino. Lui mi guarda e mi fa: sei sardo, vero? Pensa che l’altra sera ho cenato con una bottiglia di Cannonau. In un attimo mi sono trovato davanti ad Arafat. Gli ho fatto un rullino in bianco e nero, l’unico che avevo sotto mano. Non ne ho mai venduta una, di quelle foto”. Contrariamente a molti suoi colleghi, Franco è rimasto ancora legato alla Nikon. “La foto famosa a Berlusconi e Putin l’avevo fatta con la mia vecchia F2, adesso naturalmente sono passato al digitale. Alla Nikon mi hanno detto di aver apprezzato il mio ultimo calendario”. Come molti suoi colleghi, anche Franco ha una foto che sogna di fare. “Una foto mia, non una foto che mi chieda qualcun altro. Ma deve essere mia e poi piacere anche agli altri”.

Testo di Giuliano Gallo pubblicato sul numero 39 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini di Franco Nonnoi sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

 

pubblicato il 9 Novembre 2017 da admin | in | tag: Ansel Adams, Carlo Borlenghi, Franco Nonnoi, Franco Pace, Giambattista Borea d’Olmo, Giuliano Gallo, Nikon FM2, Yacht Club Porto Rotondo | commenti: 0

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