Il mare come non lo avete mai visto

Isole Croate, veleggiate in un mare da sogno  ma anche di storia, sapori, shopping…

Raccontare la vacanza in barca in un modo nuovo, attraverso un vero e proprio diario di bordo sul quale annotare, per ogni giornata di navigazione, per ogni nuovo approdo (in una caletta o in un porticciolo da dove avventurarsi sulla terraferma) un “mare di cose: dalla descrizione della baia, dei fondali e dei pesci visti facendo snorkeling, ai monumenti, ai palazzi, alle piccolissime viuzze delle città o dei paesini incontrati lungo la navigazione; dai negozietti di artigianato dove fare shopping, “d’autore” ai ristorantini dove assaggiare prodotti tipici, ai bar dove assaggiare uno spritz (o un aperitivo locale) ammirando un tramonto mozzafiato.

Fotografia, una passione profonda come il mare. Parola di Blue Passion

Forse non ha visto e tanto meno fotografato navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e i raggi B che balenavano nel buio vicino alle porte di Tannhauser, come è invece successo a Roy Batty, uno dei sei replicanti di Blade Runner, ma di sicuro Francesco Rastrelli “vede attraverso l’obbiettivo della sua macchina fotografica cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare”. Parola di Roberta Roccati, sua compagna nella vita e nella professione, visto che con lui gestisce l’agenzia creativa e fotografica Blue Passion. Un’agenzia che Francesco Rastrelli e Roberta Roccati hanno aperto per rendere immortale, nei loro scatti, ciò che amano di più: il mare.

pubblicato il 15 Agosto 2020 da | in | tag: Arte Navale, Blue Passion, Francesco Rastrelli, Roberta Roccati | commenti: 2
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Al mare la vista merita un occhio di   riguardo, proteggetela con occhiali Yeykey

C’è un’immagine, fra quelle scelte per la campagna pubblicitaria di Yeykey Eyewear, che racconta meglio di mille parole il legame fra gli occhiali da sole prodotti dall’azienda di Monaco di Baviera e il mare. Un paio d’occhiali che galleggia quasi mimetizzandosi alla perfezione  nell’acqua verde smeraldo. Un’immagine che “fotografa” nel modo più nitido possibile la decisione, presa nel 2010 dai vertici dell’azienda, di realizzare modelli galleggianti per lo sport nautico, suggellando un legame indissolubile fra la collezione Yeykey seawaterproof e gli sport nautici.

E salparono verso l’altare felici e contenti  Ecco l’addio a celibato e nubilato in barca

“Se hai una barca e vivi un matrimonio felice, non hai bisogno d’altro”. La frase appartiene a un comico americano evidentemente innamorato del mare e della navigazione, e probabilmente altrettanto certo che un’imbarcazione possa contribuire a rendere più serena, per una coppia d’innamorati, la navigazione di ogni giorno nel mare della vita. Leonardo Cipresso, responsabile delle attività di  Skipper Club  e gli altri “amici e componenti dell’equipaggio” della  società,  fondata  “da un gruppo di appassionati di vela per promuovere la diffusione di questo sport in Italia, attraverso corsi e vacanze in barca”, hanno anche un’altra convinzione: che una barca possa essere il mezzo ideale per “traghettare le coppie di fidanzati verso l’altare”, facendo compiere ai promessi sposi proprio in barca il giro di boa che separa dalla vita da single a quella di coppia: l’addio al nubilato e al celibato. 

Pranzo in spiaggia ai tempi del Covid-19?  Così la sicurezza è sempre servita…

Mangiare in spiaggia ai tempi del Coronavirus, del pericolo (anche se crollato verticalmente rispetto a marzo) di essere contagiati. Se prima della pandemia la scelta era basata sui piatti e sul costo, oggi l’ingrediente principale richiesto nel “menu”, si chiama sicurezza.  E non è un “contorno”, ma il piatto principale.  Una domanda di sicurezza alla quale ha deciso di dare una risposta Elior, gruppo leader della ristorazione in Italia nella ristorazione collettiva,

pubblicato il 13 Agosto 2020 da | in | commenti: 0
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IQ Foil, la nuova tavola da windsurf  ha subito offerto prestazioni da paura

“La nuova tavola ha prestazioni paurose, già con cinque nodi di vento vola sull’acqua, e con 10 nodi al traverso si raggiungono facilmente i 25 nodi di velocità. È facile immaginare che si tratta di un attrezzo che piace e che attirerà un grande numero di atleti”. Così Adriano Stella, componente dello staff tecnico della vela azzurra che segue il windsurf femminile, ha commentato le prestazioni di IQ Foil, la nuova tavola a vela della disciplina olimpica Windsurf maschile e femminile selezionata da World Sailing e in attesa di ratifica del CIO, arrivata in Italia, e subito “messa in acqua” dalla Federazione italiana vela

Isole Sottovento, il paradiso in terra esiste  ed è circondato da un mare paradisiaco

Se il paradiso terrestre è esistito, doveva essere molto simile a questi posti. La Polinesia è senza alcun dubbio uno dei luoghi più belli del pianeta: 130 isole, situate a metà strada tra Australia e California e a 17.700 chilometri dall’Italia. Messe tutte insieme coprirebbero si e no il Molise, ma sono perse nel blu di uno spicchio di Pacifico grande come l’Europa. Divise in 5 arcipelaghi (Marchesi, Gambier, Tuamotu, Australi e le Isole della Società) diversi l’un l’altro per storia, cultura, bellezza, clima, le isole, a loro volta, sono una dopo l’altra una incantevole scoperta. Le Isole della Società, chiamate così da James Cook che approdò a Tahiti nel 1769 (ci vollero 24 frustrate a un paio di marinai riottosi per costringere l’equipaggio a ritornare a bordo) sono composte da 8 isole di origine vulcanica e 5 atolli e si dividono in due arcipelaghi le Sopravento (che comprendono Tahiti, isola più grande e conosciuta della Polinesia francese) e le Sottovento (dove spicca la perla del Pacifico, Bora Bora). È in quest’ultimo gruppo di isole, nove per l’esattezza, le più occidentali dell’arcipelago delle Isole della Società,

pubblicato il 10 Agosto 2020 da | in Viaggi & Rotte nel mondo | tag: Bora Bora, Isole della Società, Marchesi, Maui, Polinesia, Tahiti | commenti: 0
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Irene Taddei, la fotografa che coglie  l’attimo fuggente della navigazione

Per spiegare la sua ricerca fotografica, Irene Taddei scomoda Italo Calvino che nelle “Città Invisibili” (1972) narra di un Marco Polo incapace di parlare il mandarino. Di fronte al Gran Khan il veneziano “non poteva esprimersi altrimenti che estraendo oggetti dalle sue valigie”. “Ecco”, spiega Irene, “le mie foto sono proprio come quegli oggetti: vogliono raccontare storia, parlare della realtà al di là delle apparenze più banali, dire a chi le guarda cose per ciascuno diverse, mandare messaggi, provocare emozione”. Volterrana, classe 1970, formazione artistica (istituto d’arte e poi facoltà di architettura), professione art-designer, Irene Taddei arriva alla fotografia per passione. “Ho cominciato a scattare con la reflex quando ero ancora a scuola: le immagini servivano per i miei progetti artistici e architettonici. Non mi sono più fermata”.

pubblicato il 10 Agosto 2020 da | in | tag: Irene Taddei, l'attimo fuggente della navigazione | commenti: 2
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Edouard Manet impressionava la  realtà  intingendo il pennello in mare

Edouard Manet, e come lui molti dei maggiori esponenti della pittura impressionista, dedicò al mare e alla navigazione alcuni dei suoi quadri più belli: le ampie distese d’acqua lo attiravano e gli davano la possibilità di utilizzare l’energia della luce per far vibrare i colori. Non dobbiamo dimenticare che il termine Impressionismo non fu dato dagli stessi artisti, ma fu individuato da un giornalista, Louis Leroy, che il 25 aprile 1874, nella sua recensione apparsa sulla rivista satirica Le Charivari, parlò a lungo, in tono ironico e denigratorio, di una mostra allestita presso lo studio del fotografo Nadar, al 35 di boulevard des Capucines a Parigi. Tra le 165 opere esposte egli individuò una tela di Claude Monet, intitolata Impression: soleil levant, da cui nacque l’ispirazione per la definizione della loro pittura. Da allora questa marina, ora esposta al Museo Marmottan Monet di Parigi, ambientata al largo del porto di Le Havre, è diventata famosa

pubblicato il 10 Agosto 2020 da | in Personaggi, Quadri | tag: Claude Monet, Edgar Degas, Edouard Manet, Le déjeuner sul l'herbe, quadri di mare di Manet | commenti: 0
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Mare in burrasca, il talento di Marini  l’ha trasformato in capolavori

Negli ultimi vent’anni del XVII secolo il gusto dei collezionisti d’arte europei si orientò verso le tele raffiguranti vedute di mare, un mare si calmo, sia colpito da furibonde burrasche. Si trattava di un soggetto particolarmente presente nella pittura fiamminga e si diffuse in Italia grazie ad artisti dotati di forte personalità e di notevoli capacità tecniche, quali Monsù Montagna, Antonio Tempesta, Pieter Mulier, detto il Cavalier Tempesta, Matthieu e Nicolò van Plattenburg. Uno dei maggiori interpreti italiani di questo tema fu certamente Antonio Maria Marini (1668-1725), che si conquistò una solida reputazione grazie ai suoi paesaggi, in cui si notano attente ricerche sugli effetti meteorologici e luministici grazie alle sue numerose scene di battaglia, raffiguranti per lo più concitati e impetuosi assalti tra cavalieri. Ma Marini deve la fama soprattutto alla sua serie di tele raffiguranti burrasche, attualmente conservate nelle maggiori collezioni private e pubbliche, italiane e straniere. Le sue composizioni sono generalmente costituite da pochi elementi, spesso ripetuti con poche varianti: il mare in tempesta, con onde alte flagellate dal vento impetuoso,

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Carlo Rolandi, l’ultima virata l’ha portato  a navigare nel mare azzurro del cielo

All’ultima virata della sua vita è arrivato stanco, come non avrebbe potuto non esserlo un uomo di 94 anni che da qualche tempo soffriva di una insufficienza cardiaca, ma perfettamente lucido fino alla fine. Di quella lucidità che in gioventù era stata addirittura abbagliante, permettendogli di compiere in regata ogni manovra come pochi altri, diventando un campione della vela vincitore di innumerevoli titoli italiani e internazionali correndo con tante classi metriche e soprattutto con la Star, ma non disdegnando tante esperienze veliche anche d’altura. Un velista, Carlo Rolandi, che nel proprio curriculum ha potuto annotare nove partecipazioni alle Olimpiadi,

Raccolte 60mila firme per impedire che  il custode di Budelli sia sfrattato dall’isola

Sessantamila firme: è l’incredibile risultato della petizione lanciata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla piattaforma change.org per impedire che Mauro Morandi, il custode solitario dell’Isola di Budelli, nell’arcipelago de La Maddalena, venga costretto a lasciare dopo 31 anni la capanna dove vive, dopo che il Parco nazionale dell’Arcipelago ha accelerato sul progetto del 2018 di bonifica e abbattimento delle opere abusive. Compreso il rifugio del  moderno Robinson Crusoe che già nel 2017,dopo l’acquisizione del bene da parte dello Stato,  aveva rischiato di dover fare le valige, “salvato”  allora da una petizione che aveva raccolto 18mila firme.

VIDEOMARE QUANT'È BELLO
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